Lo stato egiziano dirama un comunicato ufficiale, annunciando di aver decapitato i vertici della cellula terroristica, da tempo attiva nel Sinai.
Insieme al leader del gruppo, Abu Duaa al Ansari, sarebbero stati uccisi molti altri terroristi, forse più di 45.Tra questi quasi certamente - afferma sempre il comunicato - un folto numero di stretti collaboratori del leader.Il raid avrebbe avuto luogo a sud sud ovest della città di el Arish, nel nord del Sinai; il successo dell'operazione è dovuto alla perfetta sinergia tra le forze antiterrorismo e quelle aeree.
Distrutti i depositi di munizioni e le armi
Il portavoce dei militari egiziani, generale Mohamed Samir, conferma che nel raid, che ha colpito alcune postazioni strategiche del gruppo, sono stati distrutti anche numerosi depositi di munizioni controllati dai terroristi, ed un ingente numero di armi. Si contano anche numerosi feriti.
Samir ha anche reso noto che l'operazione è stata resa possibile grazie all'intenso lavoro dell'intelligence egiziana, che avrebbe fornito informazioni precise e puntali alle forze armate (esercito ed aviazione), deputate a compiere la missione.
Eliminare il terrorismo ovunque si trovi
Il portavoce delle forze armate ha inoltre ribadito la ferrea volontà delle forze di sicurezza e dei militari, ovvero "eliminare la minaccia terroristica ovunque si trovi, affinchè l'Egitto e la sua popolazione godano di sicurezza e stabilità".
Al Ansari è da sempre ritenuto il leader storico dello Stato del Sinai, cellula terroristica egiziana affiliata alla Stato Islamico.
I jihadisti del Sinai hanno compiuto - negli ultimi due anni - numerosi attacchi, portando avanti una serrata guerriglia contro le forze dell'ordine e la polizia. Ad ogni attacco, immancabile la risposta, con raid aerei ed azioni a terra.
Sembra risalga allo scorso novembre la professata adesione al "Califfo" Abu Bakr Al Baghdadi.
E' stata la cellula di al Ansari a diffondere, pochi giorni orsono, il video provocazionecon le minacce allo stato ebraico e a Roma.