Ennesima tragedia dovuta al bombardamento di un'ospedale di Medici Senza Frontiere che ha causato la morte di almeno 11 persone tra pazienti, personale locale ed un ingegnere che lavorava per l'organizzazione umanitaria e una ventina di feriti. Questa volta ad essere colpito è il centro medico di Abs, nel nord dello Yemen e gestito da Msf dal 2015.
Non è la prima volta che un'ospedale di Medici Senza Frontiere subisce un attacco ad un proprio centro situato in una zona di guerra e il più grave in termini di vite umane fu quello del 3 ottobre 2015 a Kunduz in Afghanistan dove persero la vita 42 persone in seguito ad un attacco aereo degli Stati Uniti.
La dinamica del bombardamento
Il raid aereo è avvenuto intorno alle 15:45 locali (le 14:45 in Italia) ed è stato guidato da una coalizione araba con in testa l'Arabia Saudita. Il tutto è avvenuto a distanza di sole 48 ore dagli attacchi in una scuola situata sempre nel nord del paese che ha causato la morte di 10 bambini impegnati a seguire le lezioni.
Sono gli stesse abitanti di Abs che hanno raccontato che la coalizione a guida dell'Arabia Sauditanegli ultimi giorni aveva messo nel mirinoalcune postazioni strategiche dei ribelli nella città. Attacchi questi che avevano causato un numero consistente di feriti, molti dei quali accolti e curati nella struttura di Medici Senza Frontiere bombardata.
A confermare il raid che ha distrutto l'ospedale è stata proprio l'organizzazione umanitaria dalla quale si dichiara tra l'altro che "il personale medico sta curando i feriti". È arrivata inoltre la condanna del segretario Onu Ban Ki-moon che ha invitato tutte le parti a "porre fine alle ostilità e trovare una soluzione negoziata".
Una guerra spessofinita nel dimenticatoio
Dal 2014 il nord dello Yemen si svolge in una guerra civile senza esclusioni di colpi, da quando cioè gli Houthi, un gruppo armato sciita provenienti dal nord del paese, si ribellò al potere di Hadi conquistando notevoli territori inclusa la capitale Sanaa. Dal marzo 2015 l'Arabia Saudita (a guida sunnita) ha preso le redini di una coalizione militare araba con l'obiettivo di limitare l'avanzata degli Houthi e di riconquistare le zone perse in precedenza attraverso l'utilizzo di bombardamenti aerei e combattimenti a terra.
Da quel momento in poi si contano più di 6400 morti e 30 mila feriti, la stragrande maggioranza civili come avviene ormai per regola nelle guerre moderne. Inoltre, a gennaio, un altro ospedale di Msf era stato colpito nella provincia di Saada causando 4 morti.