Dietrofront dell'ultim'ora sui funerali di Stato delle vittime laziali del terremoto del 24 agosto, che avrebbero dovuto tenersi oggi pomeriggio (martedì 30 agosto) a Rieti per questioni logistiche e di sicurezza, ma le proteste degli sfollati e del primo cittadino hanno ottenuto di poter dare l’ultimo addio ai propri cari proprio dove hanno trovato la morte. Un vincolo indissolubile che lega i vivi e i morti che non si è voluto spezzare neanche nel momento dell’estremo congedo, in segno di rispetto per chi non c’è più, ma anche come atto di fede e continuità per i sopravvissuti, rimasti disperatamente aggrappati alla loro terra, quella stessa che ha tremato paurosamente una maledetta notte d’estate.
Disposto il rientro ad Amatrice di 78 salme
A insorgere con rabbia e dolore alla notizia che i funerali si sarebbero tenuti a Rieti come si era ipotizzato in un primo tempo, presumibilmente all’aeroporto Ciuffelli, si è mossa senza indugio l’intera comunità di Amatrice, in primis il sindaco Sergio Pirozzi che sulla questione ha conferito telefonicamente con il premier Renzi comunicandogli la ferma intenzione di celebrare i funerali ad Amatrice. Da parte sua, il presidente del consiglio non ha potuto far altro che associarsi al volere della popolazione locale e in un twitter successivo al colloquio con il primo cittadino ha dato conferma che le esequie si terranno ad Amatrice, chiosando: “Come è giusto”.
Si è quindi disposto il trasferimento ad Amatrice di 78 salme che erano già state traslate nel capoluogo reatino in vista dei funerali, mentre le restanti 74 vittime sono già rientrate nella disponibilità delle rispettive famiglie che hanno espresso il desiderio di officiarela cerimonia funebre in forma privata.
L’ultimo addio nell’abbraccio dei loro cari
Neppure la morte ha diviso le vittime dal suolo che le ha ospitate in vita, oggi pomeriggio l’estremo addio, nell’abbraccio dei familiari sfollati che si stringeranno ai loro cari nel giorno dell’ultimo saluto fra le rovine e le macerie di un paese che non c’è più.