Gli americani hanno deciso di aprire il fuoco contro lo Stato Islamico, colpendo duramente la zona di Sirte in Libia. La decisione, avvallata dallo stesso Presidente degli Stati Uniti #Barack Obama, è avvenuta in seguito ad una precisa richiesta da parte dell'attuale governo di unità nazionale e prevede una durata limitata nel tempo.

La strategia militare USA

L'intervento americano fatto su Sirte dunque non cambia i piani USA riguardo ad un possibile cambiamento delle strategie militari adottate. Dunque continueranno a non esserci soldati di terra, ma si limiteranno soltanto a interventi aerei e consulti.

Dunque si allargano i fronti "di guerra" che vedono coinvolto il contingente americano più solo in Iraq e Siria, ma ora anche nella più vicina Libia. Era già accaduto che, qualche mese fa, un raid aereo avesse bombardato l'aerea di Sirte con l'obiettivo di uccidere il capo dell' #Isis in loco.

Oggi, invece, il raid è avvenuto dietro una specifica richiesta di aiuto da parte del governo locale, l'unico che viene riconosciuto in occidente, e suffragato anche da una decisione dell'ONU. Dunque l'intervento degli F15 americani è oggi da vedere, non come un raid isolato, bensì come una parte di un intervento di più ampia misura e dimensione. Aerei che partiranno anche dalle basi americane situate nel territorio italiano.

Le parole del Premier libico

Il premier libico Fayez Al Farraj ha dichiarato che l'intervento USA è stato fondamentale per infliggere pesanti perdite allo Stato islamico in Libia, ma ha ribadito che tale intervento sarà circoscritto nel tempo e aggiunge "il governo rifiuta qualsiasi tipo di ingerenza straniera, senza mandato o autorizzazione dello stesso esecutivo".

Il portavoce del Pentagono e della Presidenza USA hanno specificato che l'intervento americano consiste in raid di precisione, con l'obiettivo di eliminare tutti quegli obiettivi sensibili che attualmente sono in mano all'Isis, dando quindi alle forze governative libiche la possibilità di riprendere possesso dell'intero territorio.

Grazie all'intervento USA, i Paesi europei possono finalmente esercitare una forte pressione contro lo stato islamico, specialmente dopo gli attentati fatti negli ultimi mesi in Europa.