Non è più una novità, purtroppo, quello che sta accadendo in queste ore nel centro Italia. Un sisma di magnitudo 6.0 ha colpito ieri notte, alle ore 3:36, alcuni paesi dislocati tra Lazio e Marche. Il centro più colpito, anche se moltissimi sono i borghi che hanno subito danni e crolli, è amatrice. Amatrice è un paesino piccolo ma pieno di vita, di iniziative e di voglia di farsi conoscere. Ma il terremoto lo ha colpito in modo impietoso: come ha detto il sindaco nelle primissime ore dopo l'evento, il paese non esiste più, quasi completamente raso al suolo.
Che sia questa la fine di Amatrice e del suo orgoglioso popolo?
Una tradizione che potrebbe dare nuova linfa vitale
Spesso si pensa alla "tradizione" come a qualcosa di morto e sepolto, che non può più avere effetto sulla contemporaneità. Amatrice invece ha voluto sempre faredelle sue tradizioni qualcosa di vivo, vitale, ne ha voluto fare il trampolino di lancio per il suo futuro. Perché, in alternativa, la sua sorte sarebbe stata quella di molti altri centri montani: sparire piano piano dalla memoria e dalle cartine geografiche, man mano che la popolazione abbandona le campagne per andare in città. Questo fine settimana ad Amatrice ci sarebbe stato l'evento clou della sua stagione estiva, la Sagra degli Spaghetti all'amatriciana. La manifestazione è per ovvi motivi annullata.
Mangia amatriciano
Ma un food blogger molto popolare in rete, Paolo Campana, ha voluto trovare un modo per restare vicino alla popolazione di Amatrice. Pensa che ti ripensa, ha usato il popolare social network Facebook per lanciare un'iniziativa benefica. Ha infatti invitato tutti i ristoratori a devolvere un euro alla Croce Rossa per ogni piatto di amatriciana consumato nei loro locali. Un euro il ristoratore, un euro l'avventore: poca cosa per chi si concede una serata al ristorante, un aiuto imprescindibile per la popolazione di Amatrice che da oggi ha necessità di tutto. Soprattutto del calore della solidarietà.
Un piccolo gesto
Forse questa iniziativa può sembrare una piccola cosa: ma fin da subito sono fioccati i post di albergatori e ristoratori che hanno aderito con entusiasmo.
Perché questa può sembrare solo una delle tante raccolte fondi, ma simbolicamente ha un valore più elevato: non è "elemosina" che viene fatta a chi è in difficoltà, ma è riconoscimento ad un paese che ha compiuto sforzi immensi per portare alto il vessillo della sua identità. identità che oggi, letteralmente, lo può ripagare aiutandolo a non morire.
Ancora molto dolore deve essere portato alla luce: il bilancio delle vittime cresce minuto dopo minuto, ora dopo ora. Ma nessuna vita andrà davvero perduta se aiuteremo questo piccolo, coraggioso borgo di montagna a rinascere dalle sue macerie.Ho personalmente potuto apprezzare il coraggio di queste persone, il loro carattere ruvido ma genuino, sincero, accogliente. Non posso fare molto per loro in questa ora tragica tranne usare le mie parole. Egrazie a Paolo Campana per la sua idea piccola ma, a mio parere, grande.