Esiste la "lobotomia" da tastiera. Ci concediamo l'uso improprio di un termine che sta ad indicare una vecchia quanto crudele operazione di neurochirurgia ma alla fine, chiunque utilizzi i social network in questo modo non può essere altro che un "lobotomizzato". Così una parte d'Italia, ed è lecito sperare che sia una minoranza altrimenti il Paese sarebbe davvero ad un punto di non ritorno, ha ben pensato di sfogare sui social network le proprie becere convinzioni razziste prendendo paradossalmente spunto dalla tragedia dei terremotati.
I post razzisti e la reazione di Mentana
A poche ore di distanza dalle tragiche notizie che giungevano dal centro Italia, alcune pagine di Facebook mettevano in bella mostra (si fa per dire) commenti del tipo "Ora metteranno i terremotati nelle tendopoli e lasceranno gli immigrati negli hotel 5 stelle", oppure "Costringano i rifugiati a spalare tra le macerie del Terremoto, almeno giustificano i soldi che gli italiani spendono per loro". Parole diverse in decine e decine di post, su profili diversi ma dal senso abbastanza chiaro. Nemmeno dinanzi ad una tragedia del genere, causata non da un attacco jihadista ma da una calamità naturale, questi soggetti arrestano la loro cieca ed insensata campagna dell'odio.
Commenti di questo stampo hanno "decorato" anche il profilo del noto giornalista Enrico Mentana. Il direttore del TG La7 ha una pagina Facebook molto frequentata sulla quale risponde direttamente, in maniera garbata ma anche con pungente ironia, a qualunque tipo di commento. Poco dopo il sisma, quando già si contavano le prime vittime, Mentana aveva invitato gli utenti della sua pagina ad "usare questo social in maniera solidale, senza alcuna polemica...
chi può dia una mano, almeno per oggi, grazie". Quando sono comparsi i primi commenti di stampo dichiaratamente razzista ed inopportuno, Enrico Mentana ha pubblicato un altro post dai toni molto più duri: "Non si era ancora al tramonto della prima giornata post terremoto e già la pestilenza si diffondeva sul web” ed ha citato un post, uno dei tanti che diceva testualmente "lasciate agli sfollati le camere di hotel a 5 stelle e mettete gli immigrati nelle tendopoli".
“A questa gente – ha proseguito Mentana - non interessano gli sfollati o gli immigrati, vogliono solo contribuire a loro modo, versando bile".
Un fenomeno preoccupante
La grande rivoluzione dei social network è basata sul concetto di condivisione su larga scala delle proprie opinioni. Purtroppo Facebook e Twitter hanno alimentato un numero impressionante di “opinionisti della domenica” che, davanti ad una tastiera, finiscono per abusarne. La maggior parte di questi post rivela una profonda ignoranza su tante delicate questioni ed alla fine il social network è solo un modo per sfogare le proprie frustrazioni, “versando bile” come dice appunto Enrico Mentana. La gente, ad esempio, favoleggia di un occidente che deve marciare con il mitra in spalla contro l’Isis ed ignora palesemente che la guerra all’Isis la stanno facendo quegli stessi musulmani che sono oggetto di odio.
La gente applaude il divieto dei cosiddetti burkini perché “intaccano i nostri valori” senza soffermarsi a pensare che anche le suore cristiane vanno in spiaggia completamente vestite. Alimentare campagne di questo stampo non è diverso dalla propaganda online dei cyber-jihadisti, la cui “lobotomia” è il frutto di un’ideologia deviata. I “lobotomizzati” di casa nostra, invece, sono semplicemente figli di quella mamma che, secondo un vecchio detto, è sempre in dolce attesa.