In questi giorni nei media occidentali e internazionali si sta parlando di una "strana" e curiosa storia che proviene dalla Gran Bretagna e che riguarda una 27enne di nome Kimberley Miners.La ragazza ha scioccatol'opinione pubblica con la sua adesione all'ideologia dell'autoproclamato Stato Islamico e all'islamismo, islamismo grazie al quale sostiene di aver trovato "la pace interiore".

La Miners ha sostenuto di voler partire per la terra del Califfo e si è lamentata di quello che considera come un "doppio standard" dell'opinione pubblica occidentale, sostenendo che "se compari nuda pubblicamente nessuno dice niente, mentre se indossi il velo sei accusata di terrorismo".

"Voglio partire solo per il volontariato"

La Miners in passato era stata una modella che sfilava in topless, ma recentemente si è convertita all'islamismo e all'ideologia del Califfato dopo aver preso contatti online con un militante dell'ISIS di nome Abu Usamah Al Britaini.Dopo le polemiche per la sua scelta di partire nelle terre del Califfato, l'ex modella ha precisato di non condividere le azioni violente e che la sua partenza è dettata da motivi umanitari, in quanto partirà per svolgere attività di volontariato.

La critica della scrittrice femminista Louise Burfitt-Dons contro un certo "femminismo terzomondista" antioccidentale

La vicenda della Miners ha suscitato diverse perplessità inGran Bretagna e altrove, ma bisogna segnalare che non è certamente l'unico caso e recentemente sempre nella stessa Inghilterra aveva fatto scalpore l'incitazione alla violenza terroristica dell'ex chitarrista rock e militante ISISSally Jones.Tra le reazioni nel mondo dell'informazione, è interessante segnalare l'opinione della scrittrice Louise Burfitt-Dons, conosciuta per il suo impegno contro il bullismo e le violenze di genere nonché per essere la fondatrice del blog "Common Sense Femminist".

La Burfitt-Dons ha sostenuto che praticamente la scelta di Miners possa essere ricondotta a un certo fallimento del "femminismo radicale"antioccidentale e "terzomondista", che con il suo demonizzare in sé l'uomo e la cultura occidentale finisce per tollerare, e spesso promuovere per reazione antioccidentale, l'islamismo radicale e altre forme di maschilismo in quanto antioccidentali e antieuropee.