Le polemiche sono state tantissime, riguardo la vignetta pubblicata su 'Charlie Hebdo',che ironizza pesantemente sulle vittime del sisma inItalia. Quel che stupisce, però, è che gran parte degli italiani l'ha trovata 'intelligente', in grado di far risaltare le pecche del nostro paese, i problemi, la corruzione ecc, perchè la Satira 'deve colpire nello stomaco' per fare effetto, per costringerci a riflettere, altrimenti sarebbe solo una barzelletta: quindi, quello del giornale satirico francese è stato un vero e proprio trionfo mediatico, a quanto pare.

La risposta 'satirica' a Charlie Hebdo di un quotidiano romano

Un notissimo quotidiano romano - 'Il Tempo' - pubblicando una vignetta altrettanto forte, ha dato la sua risposta al settimanale francese. I toni quindi non si smorzano; anzi, sembra stia diventando una vera battaglia a colpi di 'disegnini satirici'. Infatti, apoche ore dal momento in cui Charlie Hebdo ha divulgato lo schizzo che deride i morti delsismaavvenuto il 24 agosto, (e che ha fatto arrabbiare tantissimi italiani) ilgiornale di Roma, fondato nel 1944, con una vignetta altrettanto 'cruda', ha dato la sua risposta. Nell'immagine, un uomo dal viso coperto spara all'impazzata e uccide parecchie persone: il riferimento, è chiaro, si rivolge alle vittime che hanno perso la vita durante l'attacco terroristico nella redazione del giornale satirico.

Ma non finisce qui. Per rendere il tutto ancora più 'efficace', in alto una scritta che dice più o meno: 'Una vignetta così, cari francesi, vi avrebbe fatto piacere?' Sotto i corpi crivellati dai colpi del terrorista, invece, si legge questo: 'Tartare à la parisienne'.

Battaglia 'satirica'

Le due vignette sono una di fianco all'altra: quella del giornale italianodi risposta a quella di Charlie Hebdo, che ha raffigurato i morti del sisma come degli strati di lasagne.

Un'altra dicitura, in mezzo alla prima pagina de 'Il Tempo', si riferisce all'attacco subito il 7 gennaio dello scorso anno dai francesi: 'Je suis Amatrice', contrapponendosi al 'Je suis Charlie', la frase ormai (tristemente) famosa, con cui il mondo intero si strinse alla redazione del settimanale francese.