E' notizia di poche ore fa la vittoria del fronte delle donne polacche contro la proposta diintrodurre il divieto totale di aborto nel Paese. A seguito dell'annuncio del possibile scenario anti-femminista la popolazione era scesa in strada per manifestare in favore della libertà di scelta. Il corteo di donne vestite di nero ha avuto un notevole seguito, oltreché fisico per le strade delle città polacche, anche virtualenella dimensione social.

La diffusione della notizia su internetha trasformato quella che era la battaglia di una nazione in un movimento internazionale che ha visto gran parte dell'opinione pubblica schierarsi sostenendo lo slogan'salviamo le donne'.Ora anche il Parlamento polacco ha respinto il disegno di legge votando contro l'abolizione della possibilità di abortire per le donne del Paese: 352 deputati si sono schierati contro la legge 'in fieri' mentre 58 si sono pronunciati a favore.

Nello specifico, laCommissione giustizia e diritti umani della camera bassa del Parlamento polacco (Sejm) ha scelto di garantire ancora alle proprie cittadine la possibilità di interrompere volontariamente la gravidanza nonostante lepressioni contrarie da parte di gruppireligiosi cattolici e della Conferenza episcopale polacca nota per la sua tendenza fortemente conservatrice. Il tema dell'abortotorna così attuale e diventa, in questi giorni, nuovamente fulcro di riflessioni da parte dell'intera comunità occidentale. Non sono molti, in effetti, i Paese nel mondo che garantiscono l'accesso all'interruzione di gravidanza volontaria senza restrizioni per motivi sanitari o socio-economici.

Contemporaneamente, negli Stati Uniti il candidato alla Presidenza Donald Trump in più occasioni è stato provocatorio sul tema, non nascondendo la propria opposizione al diritto all'aborto utilizzando parole decisamente 'politically uncorrect' affermando che le donne che lo fanno "andrebbero punite".In Italia, in base ai dati raccolti dal Center for Reproductive Rights, l'accesso all'aborto sarebbe libero. Ma è noto che, anche da noi, l'argomento è delicato. Infatti è sempre stata forte nel Paese la presenza di obiettori di coscienza anche all'interno degli ospedali pubblici.