Quello che sta succedendo in Polonia ha risvegliato, anche qui in Italia, il dibattito sull’aborto. Lunedì, infatti, le donne polacche, vestite di nero in segno di lutto, hanno protestato per le vie e le piazze di tutta la Polonia contro una proposta di legge che, se approvata, di fatto abolirebbe la possibilità di abortire.
Le donne polacche hanno aderito in massa alle manifestazioni in difesa del diritto di abortire
La proposta ha tra l’altro già ricevuto il via libera della camera bassa lo scorso 23 settembre. E da quel momento le manifestazioni a difesa del diritto di abortire, tra l’altro in Polonia già ristretto a casi limite (stupro, malformazione e pericolo di vita per la madre), sono aumentate fino allo sciopero di ieri, cui pare abbiano aderito in massa le donne polacche.
Se la proposta dovesse essere convertita in legge chi dovesse abortire rischierebbe fino a cinque anni di carcere. Una protesta vibrante che è uscita dai confini polacchi ed ha investito l’intera Europa.
Pare evidente, infatti, che nel 2016 sia quantomeno antistorico cercare di abolire la possibilità di abortire con una legge
Cosa accadrebbe se una proposta del genere dovesse essere avanzata anche in Italia? Probabilmente, si scatenerebbe il finimondo. L’aborto, al pari del divorzio, è considerato da molti una conquista per la società italiana. Un diritto ormai intoccabile e indiscutibile. E molto probabilmente è giusto così. Pare evidente, infatti, che nel 2016 sia quantomeno antistorico cercare di abolire la possibilità di abortire con una legge.
Anche in Polonia. Si può e si deve rispettare chi non è d’accordo con l’aborto, come si può e si deve rispettare chi decide in sofferenza di abortire. Sono scelte individuali, spesso molto dolorose, che vengono determinate da diversi fattori della vita delle persone interessate. Per questo, riteniamo che la libertà di scelta di ognuno, ovunque in Europa e nel mondo, su questi temi non possa essere compressa da una legge, ma debba essere limitata solo esclusivamente dalla propria coscienza.