I suoi occhi verdi, spalancati sulla guerra, così profondi da credere di poterci guardare dentro, l'hanno fatta diventare un'icona della speranza di poter vivere in un mondo di pace. Era il 1984 e il fotografo americano Steve McCurry in un istante sublimò un momento destinato a diventare eterno, un manifesto contro la lotta alle guerre e alle sopraffazioni. Sharbat Gula, la ragazza afgana, suo malgrado divenne famosissima in tutto il mondo, ritratta in una foto storica, universalmente riconosciuta. Diventò il simbolo della guerra afghana e per estensione di ogni sanguinoso conflitto, sulla copertina della bellissima rivista National Geographic.

Sharbat Bibi: il nuovo nome della ragazza afgana.

E' stata arrestata la ragazza afghana, perchè nel 2014 ha chiesto una carta d'identità falsa a Peshawar nella parte nord-occidentale del Pakistan, dichiarando di chiamarsi Sharbat Bibi, questo per aspirare a vivere una vita migliore in Pakistan, dove ancora oggi i rifugiati afghani hanno poche libertà e condizioni di vita peggiori. Agenti dell'agenzia federale di indagini hanno bussato alla porta della donna, contestandone il reato di falsificazione di documento di identità computerizzato. Alla fine di Febbraio 2015, purtroppo sono stati contestati anche i documentidi di due dei suoi figli.

Steve McCurry sulle tracce della ragazza afghana nel 2002.

Nel 2002 il fotografo Steve McCurry volle tornare sulle tracce della ragazza, ritrovandola in Pakistan a Nasir Bagh, sposata con tre figli, e volle di nuovo ritrarla con la vecchia copertina di quel National Geographic, uscito in quel lontano ormai 1984. Una donna con qualche anno in più, una ragazza che aveva vissuto altri 17 anni di sacrifici, dolori, preoccupazioni.

Una ragazza che guarda l'obiettivo con un misto di dolore, rabbia, ma anche dignità. Una donna che può rappresentarne altre mille! Di lei ancora oggi poco sappiamo: di etnia pashtun, i suoi genitori morirono nel conflitto tra Afghanistan e Russia, quando la bambina aveva 6 anni. Fu costretta insieme alla nonna, ad un fratello e ad altre tre sorelle ad attraversare la montagna per giungere in un campo profughi, dove fu ritratta da McKurry. Di lei però conosciamo i suoi grandi occhi verdi, magnetici, ormai eterni e assoluti.