Per volontà strategica del Presidente Putin, la corvetta (nave militare da guerra con armamento leggero) russa Mirazh, nella giornata di giovedì ha lasciato il Mar Nero per raggiungere una flotta di navi da guerra russe nel Mediterraneo. La notizia è stata confermata anche dal Cremlino.

La nave, armata di missili a medio raggio Malakhit, segue altre due corvette giunte mercoledì nel Mediterraneo: la Serpukhov e la Zelionij Dol, equipaggiate con missili Kalibr a lungo raggio. Precedentemente, un rappresentante della marina russa, Nikolay Voskresensky, aveva dichiarato che, secondo un piano programmato già da tempo, la Serpukhov e la Zelionij Dol sarebbero giunte nel "Mare Nostrum" come parte di una rotazione all'interno della task force navale permanente.

Secondo il Cremlino, i natanti da guerra contribuirebbero alla lotta all'ISIS.

Putin azzarda la mossa dopo giorni di tensione

Questa mossa del Presidente russo Putin fa seguito alle imponenti esercitazioni antinucleari che hanno coinvolto 200.000 soccorritori, 50.000 mezzi di soccorso e 40 milioni di civili, a quelle durate due settimane con il Pakistan, e alle pesanti dichiarazioni americane che hanno condannato le azioni russe in Siria, che, secondo il Dipartimento di Stato degli USA, avrebbero generato soltanto morte e distruzione, senza miglioramenti per la situazione siriana e lasciando spazi che i gruppi estremisti possono facilmente sfruttare.

Proprio le due navi con missili a lungo raggio, la Serpukhov e la Zelionij Dol, tornano adesso nel Mediterraneo dopo gli attacchi missilistici in Siria del 19 agosto.

Il mese scorso, la Marina russa ha annunciato che anche la portaerei ammiraglio della flotta sovietica, la Kuznecov, dovrebbe unirsi alla suddetta flotta.

Purtroppo queste manovre del Presidente Putin, per quanto possano far parte di piani strategici "nella norma" in qualsiasi altra situazione, dopo le tensioni tra Russia e Stati Uniti sulla questione Siria, che stanno creando un clima da seconda guerra fredda, sembrano quasi delle provocazioni e delle dimostrazioni di forza nei confronti degli Americani in primis, e in generale di tutti gli alleati degli USA.