Nell’aprile del 2014 aveva volontariamente legato il suo cane al gancio traino dell’auto e l’aveva trascinato sull’asfalto, uccidendolo barbaramente e con crudeltà. Oggi, martedì, il giudice del Tribunale di Nuoro, Daniela Russo, ha concesso a Giuseppe Piredda, allevatore 44enne di Irgoli, “l’istituto della messa alla prova per 10 mesi ai servizi comunali”, scrive la Procura. In parole povere l’uomo si occuperà della manutenzione del “verde pubblico” in tutto il territorio del comune di Loculi. L'allevatore era stato sorpreso dai Carabinieri.

Dopo il periodo di prova il giudice, che ha fissato la prossima udienza per il 17 ottobre dell’anno prossimo, sarà in grado di valutare il comportamento dell’allevatore e in questo modo, se tutto andrà per il verso giusto, il reato potrà essere estinto.

Una brutta storia

L’increscioso episodio accadde nell’aprile di due anni fa nelle campagne di Irgoli. Giuseppe Piredda secondo quanto ricostruito dai Carabinieri - viaggiava a bordo della sua auto, con il figlio minorenne, con il loro cane meticcio attaccato al gancio traino. Il povero animale, chiaramente, era morto per le numerose ferite riportate. Durante questo barbaro rituale – nato dal fatto che il cane disturbava il gregge – padre e figlio erano stati intercettati dai Carabinieri che immediatamente si erano messi all’inseguimento. L’uomo, braccato dai militari, era uscito fuoristrada, ribaltandosi in cunetta per poi essere immediatamente bloccato.

Durante il processo il suo avvocato, Gianfranco Careddu, aveva appunto richiesto l’affidamento ai servizi sociali che appunto è stato concesso dal giudice: “Questa decisone sarà utile per chi, come il mio assistito – spiega il legale – ha sbagliato e capisce di dover riparare all’errore.

La funzione di riabilitazione della pena – conclude – è fondamentale soprattutto per chi non ha possibilità economiche”.

Insorgono gli animalisti

L’Enpa, l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, aveva chiesto un risarcimento economico che però sarebbe stato bloccato dal fatto che l’uomo fosse praticamente nullatenente.

Per questo anche la decisione dell’affidamento ai servizi sociali. “Un individuo che ha compiuto un gesto simile – assicura all’agenzia Ansa, Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa – non può passarla liscia. La decisione è incomprensibile. Un segnale pessimo – conclude – quest’uomo ha volontariamente legato il suo cane all’auto. Non c’è altro da dire”.