I carabinieri hanno portato a termine un blitz a lungo atteso nella zona tra Napoli e Caserta: la terra dei fuochi finalmente trema davanti alla giustizia con 69 persone denunciate e 34 aziende che sono state costrette a sospendere la loro attività. Resta comunque da vedere se queste azioni porteranno comunque a qualcosa di concreto e se comunque non sia già troppo tardi.
Un crimine a cielo aperto
Nel corso dell’operazione sono stati scoperti scarichi illegali di olii esausti di numerose officine meccaniche, acque sporche degli autolavaggi e scarti della aziende di lavorazione del pellame che nella più assoluta noncuranza della salute pubblica e nel silenzio assordante delle autorità locali finivano direttamente nelle fogne – mentre intanto le statistiche locali sui tumori aumentano esponenzialmente.
Nella terra dei fuochi non ci si faceva mancare proprio niente: fumi inquinanti, esalazioni pericolose di autocarrozzerie senza legge venivano tranquillamente rilasciati nell’aria senza filtro o rispetto delle normative per l’ambiente e la salute. E poi più di tremila gomme usurate, migliaia di sacchi di scarti di lavorazione tessile – triste rimando ad una situazione fin troppo radicata di lavoro nero nel territorio – e smaltimento dei rifiuti irregolare di ogni genere.
Nadia Toffa e la presa di posizione sulla Terra dei Fuochi
Passata alle cronache dopo gli eclatanti servizi della Iena Nadia Toffa, la Terra dei Fuochi è da decenni il cimitero silenzioso della legalità italiana: qui la camorra seppellisce e sversa illegalmente rifiuti tossici nel sottosuolo e brucia senza criterio o protezioni di alcun tipo scarti edili e industriali, contaminando la zona con sostanze nocive – i cui risultati hanno portato ad un’allarmante crescita di mortalità per tumori.
E la situazione drammatica non si limita alla zona tra Napoli e Caserta, ma si estende a tutta Italia attraverso la grande produzione e coltivazione di frutta e verdura nelle aeree contaminate che si riversa tutti giorni nei mercati ortofrutticoli di Nord, Centro e Sud. Indimenticabili i reportage della Toffa che hanno sottolineato oltre alla rabbia di chi subisce e lotta, anche l’indifferenza e l’atteggiamento criminale di chi continua a coltivare e copre tali attività, esponendo così sempre più persone a morte certa.