Colpo durissimo per la pericolosa #cosca che da anni gestisce una terra di mezzo tra catanzaro e Crotone e che fa capo alle famigie Trapasso e Tropea. Un clan così potente che, come hanno documentato gli investigatori, controllava attività economiche e vita politica, al punto che nel mese di maggio del 2004 sarebbe riuscito a “condizionare il voto amministrativo nel comune di Cropani, in provincia di Catanzaro, condizionamento finalizzato alla acquisizione di appalti e servizi pubblici che ha portato all’elezione, come candidato in una lista civica, del vice sindaco Francesco Greco, tratto in arresto poiché riconosciuto responsabile dall’Autorità Giudiziaria di concorso esterno all’associazione mafiosa”.
Così è scritto nel comunicato stampa della Questura di Catanzaro.
200 agenti per 48 arresti
“Borderland”, questo il nome dell’operazione antimafia portata a termine nelle prime ore della notte del 28 novembre 2016. Oltre 200 agenti della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro hanno tratto in #arresto 48 persone.
I provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono stati emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri, e firmati dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro. A dare manforte per la buona riuscita dell’operazione sono intervenuti anche il Servizio Centrale Operativo e alcuni reparti di rinforzo. Gli arrestati fanno tutti parte della cosca Trapasso-Tropea, appassionata di villaggi turistici.
Secondo la Dda, nel campo dei servizi di gestione dei villaggi turistici, l’organizzazione mafiosa riusciva “a reclutare un cospicuo numero di soggetti assoldandoli all’interno delle strutture ricettive con il sistema delle assunzioni fittizie, così da garantirsene la riconoscenza ed i servizi”.
L’aggravante mafiosa
I destinatari delle misure cautelari sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni (oltre agli arresti sono stati sequestrati imprese e beni riconducibili agli indagati), estorsione, esercizio abusivo del credito e illecita concorrenza con minacce e violenze, oltre a diverse altre violazioni in tema di armamenti.
I reati contestati dalla Dda hanno come aggravante la modalità mafiosa, con l’ovvia finalità di riuscire ad avvantaggiare la propria cosca. Nel corso della conferenza stampa, conclusa nella tarda mattinata del 29 novembre, è stato detto che il clan è stato interamente smantellato. Proprio le lunghe indagini hanno consentito agli investigatori di documentare tutti gli interessi delle famiglie mafiose e i loro forti legami con potenti e pericolose cosche della zona di Reggio Calabria e Vibo Valentia, oltre che con quelle di Crotone, territorio in cui in parte operavano anche loro.
Non solo villaggi turistici
Le indagini hanno portato a scoprire interessi ben nascosti che gravitavano su molti villaggi turistici. Ma non solo. Gli uomini coordinati da Gratteri hanno fiutato e individuato anche una cospicua attività di esercizio abusivo del credito e di usura. Infatti, la cosca esercitava una forte pressione estorsiva su molti imprenditori locali. Minacce e violenze che, spesso, portavano i malavitosi ad appropriarsi delle attività o dei beni delle vittime. Le intercettazioni ambientali e telefoniche hanno dimostrato anche come le famiglie al centro delle indagini fossero infiltrate sia nella politica sia negli apparati delle amministrazioni locali. Resta qualche piccolo dubbio sul fatto che la cosca sia stata “interamente smantellata”, poiché dalle stesse indagini si evince come il clan Trapasso-Tropea controllasse in modo capillare il territorio, attraverso una rete di simpatizzanti, nel mondo dell’imprenditoria e delle istituzioni locali. #ndrangheta