Lunch box anche in Veneto. Siamo a Padova. Dopo l’ordinanza del tribunale di Torino che sta facendo Scuola, oltre che discutere, il caso arriva sui banchi padovani. Ed è il caso di dire: in tutti i sensi.

A farsi carico della questione è Anna Abbate, pedagogista clinico e insegnante, 40 anni. Nella sua pagina Facebook, qualche settimana fa, ha postato l’articolo dell’ Ansa che riassumeva il caso di Torino e ha ottenuto molti consensi. Da lì l’idea di portare la novità anche a Padova.

Sono disponibile per tutte le mamme e i papà che vogliono intraprendere questa battaglia – dice – finalmente questo Paese inizia a essere civile, le mamme possono preparare il lunch box per i loro figli.

É una battaglia che sostengo da quando insegno perché vedo cosa mangiano i bambini a scuola”.

Lei, insegnante da dieci anni nelle scuole padovane, per facilitare la raccolta di adesioni, ha promosso l'iniziativa sulla pagina Facebook "Padova vivibile". Qui è possibile cliccare “mi piace” e scrivere il proprio commento. Alla fine per gli aderenti si farà una riunione e pare che i numeri siano destinati ad aumentare. In molti infatti si dicono favorevoli, soprattutto considerando alcune mense scolastiche con pietanze non sempre gradite ai genitori.

“Chi è attento all’ alimentazione del proprio figlio, almeno ha la libertà di esserlo anche a scuola” commenta una mamma. “Ogni famiglia deve poter decidere sui suoi figli – dice un’insegnante – i bambini non sono in fabbrica, in questo modo ognuno può nutrire suo figlio”.

La qualità nelle mense è diminuita – commentano i genitori - alcuni cibi sono immangiabili anche perché il lasco di tempo tra la cottura e la consumazione è troppo”. "I bambini hanno diritto ad una mensa a km 0 - incalza la Abbate - possibilmente biologica, ritengo vadano rivisti i criteri delle gare di appalto privilegiando non solo il prezzo, ma la qualità delle materie prime, se ciò non succede è un diritto della famiglia poter nutrire proprio figlio.

La scuola potrà organizzare corsi di alimentazione per i genitori per guidarli nella preparazione del lunch box".

L’ordinanza del tribunale di Torino arriva dopo mesi di battaglie e respinge un reclamo presentato dal Miur. Di fatto autorizza chiunque a rifiutare il servizio mensa. Una decisione che vale per tutti, non solo per chi ha promosso la causa. Che la prossima sia Padova?

Serenella Bettin