Mark Zuckerberg indagato in Germania: per la prima volta i giudici tedeschi si sono mossi per aprire un fascicolo nei confronti di Facebook e quindi all'inventore dello stesso. Il motivo è che non sarebbero stati cancellati dal social network contenuti giudicati 'criminali' e altri di 'negazione dell'Olocausto'.
L'accusa è stata lanciata da un avvocato di Wuerzburg, al secolo Chan-Jo Jun, e la notizia riportata dal sito del settimanale tedesco Der Spiegel. A quanto pare, era da tempo che venivano fatte segnalazioni in merito ai post, ma non era stato fatto alcun passo per far sì che questi venissero rimossi.
Servono più controlli
L'indagine e la successiva accusa da parte dei giudici tedeschi, per la mancata eliminazione dei contenuti illegali, ha riaperto un dibattito che già era stato affrontato in passato.
La facilità con cui si può pubblicareun qualsiasi post su Facebook, senza che vi siano blocchi o limitazioni, darebbe adito a molta gente di scrivere quello che vuole sul social. Minacce, diffamazione, razzismo, omofobia, misoginia e chi più ne ha più ne metta.
Purtroppo non vi è alcun blocco automatico che impedisce la messa in rete e la diffusione di tali argomenti e l'unica arma per combattere il fenomeno è segnalare ciò che si ritiene non conforme. E' chiaro che se non viene fatto, la legge deve intervenire.
Un caso analogo archiviato
Già all'inizio del 2016 vi era stata una segnalazione con indagine analoga a questa vicenda, ma per problemi di carente competenza territoriale, le indagini avevano finito per essere archiviate. I manager tedeschi accusati di aver mancato nel loro obbligo di rimuovere i contenuti segnalati, sono stati assolti.
L'accusa diretta al creatore di Facebook Mark Zuckerberg forse è un po' sopra le righe, e probabilmente inappropriata perché non è colpa sua se il team di revisione del social manca nel fare ciò che il regolamento impone. Forse servirà per dare un segnale e spingere lo stesso Zuckerberg a fare qualcosa, aumentando la sicurezza e i controlli su Facebook e ciò che vi viene scritto.