Mentre le forze irachene avanzano a Mosul, riconquistando i quartieri della città, affiancate dai peshmerga turchi e dai raid della coalizione internazionale, si consuma l'ultimo atto dell'orrore jihadista. Irrompe, come un fiume in piena, la sete di vendetta dell'isis e si appaga con l'uccisione di centinaia di civili e con deportazioni di massa.I rastrellamenti procedono 'porta a porta' e vittime sono anche bambini maschi dai 9 anni in su, da usare come soldati.

L'allarme dell'Onu

A lanciare l'allarme è Ravina Shamdasani, portavoce dell'Onu per i diritti umani, che parla di violenze atroci,perpetrate dai miliziani del sedicente Califfato.

'Siamo di fronte a un'emergenza umanitaria che non può lasciare indifferenti - dichiara la portavoce- Sono centinaia le donne sequestrate e numerosi i camion pieni di civili rapiti, circa 1.600 persone, trasferite da Hamam al-Alil a Tal Afar'. Secondo fonti attendibili a queste famiglie sarebbe stato detto che potrebbero essere trasportate in Siria, ma si ignora quale possa essere l'effettiva destinazione e, soprattutto, l'uso che si farà di queste persone.

'Siamo molto preoccupati- ha soggiunto la portavoce dell'Onu- che l'Is intenda usare queste famiglie come scudi, per mettersi al riparo dai raid aerei'. Sempre secondo la Shamdasani, mercoledì scorso l'Isis avrebbe intimato agli abitanti di interi villaggi, attraverso autoparlanti, di abbandonare le proprie abitazioni e di trasferirsi nella vicina Hamam al-Alil, ormai centro di smistamento umano del Califfato.

Ma sconvolge ed è senza precedenti l'utilizzo di bambini, tutti maschi, di 9, 10 anni come combattenti a Mosul, contro le forze irachene e curde.

Il prezzo della libertà

Troppo alto, in termini di vite umane, il prezzo che la città di Mosul sta pagando per la propria libertà. Si combatte per le vie della città e, se la conquista, da parte delle forze governative, di alcuni quartieri fa esultare e sperare in una soluzione definitiva, l'allarme umanitario fa scendere un cupo velo di tristezza sugli occhi di un'umanità che assiste impotente agli orrori del Daesh.

E' feroce la resistenza dell'Isis, che controlla Mosul da almeno due anni. Si cerca in ogni modo di isolare i miliziani, attaccando dai vari punti della città irachena, ma i combattenti del Califfato sembrano avere in sè una capacità di reazione senza precedenti. Intanto aumenta il numero delle vittime civili a causa dei raid aerei e le fasce più deboli della popolazione, donne, bambini, cadono nelle mani dell'Isis. Vittime sacrificali di un'oscura guerra che si ammanta di religione.