A distanza di circa un mese dalla tragica vicenda che ha visto come vittima la giovane trentunenne di Casalnuovo, Tiziana Cantone, morta suicida sull'onda d'urto della diffusione in web, a sua insaputa, di alcuni filmati pornografici che la riguardavano, continuano le ricerche sul caso. La Procura di Napoli nord sta indagando sull'accusa di istigazione al suicidio.

Rimborso di 20.000 euro

Stando a quanto emerso, pare che la ragazza avrebbe dovuto pagare la cifra di 20.000 euro come rimborso per le spese legali ai 5 siti internet sui quali erano stati diffusi i filmati.

Il giudice a cui la donna si era rivolta le aveva accordato il permesso di far censurare dai suddetti siti internet i filmati che la riguardavano, compresi commenti e apprezzamenti conseguenti, ma poi l’aveva condannata all'esborso di 20.000 euro per risarcire i siti internet in questione dal momento che era stata considerata consenziente.

La marcia indietro della Procura

A distanza di circa 15 giorni sembra ci siano stati dei risvolti riguardo le indagini sulla povera ragazza. La Procura di Napoli, precedentemente, aveva spedito al gip la richiesta di archiviazione in favore dei 4 indagati, ovvero, quelli a cui Tiziana aveva spedito, volontariamente, almeno 6 video hot che la ritraevano. La richiesta di non convocare in Procura i 4 ragazzi e, tanto meno, l’ex fidanzato della ragazza aveva suscitato non poche perplessità in seno all'opinione pubblica.

A distanza di circa 15 giorni, le cose sembrano essere cambiate.

L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli e dal Pm Alessandro Milita ha dato luce ad un altro fascicolo, ancora aperto a Napoli, ed è quello che ipotizza l’accusa di concorso in istigazione alla calunnia, sulla base di quanto messo a verbale dalla ragazza tra il 2015 e il 2016.

Si tratta di un fascicolo aggiuntivo grazie al quale è possibile modificare il corso delle indagini. È proprio grazie a questo fascicolo che i riflettori tornano ad essere puntati sull'ex fidanzato della donna; lo stesso uomo che, dalla madre della ragazza suicida è stato, da sempre, ritenuto come la causa principale dell’atto estremo della figlia, il quale è barricato in casa in preda ai sensi di colpa.

L’uomo, nei prossimi giorni sarà ascoltato dalla Procura di Napoli nord come potenziale testimone ma questo potrebbe non essere il suo unico incontro, a porte chiuse, dinanzi un magistrato inquirente.