Oggi, 25 novembre, sono passati tre mesi dal 24 agosto, quando una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 ha raso al suolo Accumoli, arquata del tronto ed Amatrice. Tre mesi durante i quali il tempo, in queste zone, sembra essersi fermato a quel tragico 25 mattina che illuminò solo macerie. Più tardi, il 30 ottobre, una scossa di Terremoto ancora più forte ha provocato altri danni in altri numerosi comuni di Lazio, Marche ed Umbria.

Il Presidente della Repubblica: ricostruiremo tutto

Fin dai primissimi minuti dell'emergenza le istituzioni hanno ripetuto un mantra, una promessa che la gente che ha perduto la casa ha interiorizzato per avere una speranza cui aggrapparsi per andare avanti.

"Tutto verrà ricostruito, com'era e dov'era". Anche oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nuovamente in visita a Ussita (Mc), Norcia e Preci (Pg), ha usato parole simili per rincuorare un anziano in lacrime. "Siate forti, non vi abbandoneremo". Ma la realtà dei fatti appare purtroppo drammaticamente differente dai proclami fatti ripetutamente.

Se non fosse per la solidarietà dei privati, saremmo soli

Moltissimi abitanti dei comuni maggiormente danneggiati dal terremoto sono sfollati verso la costa. In particolar modo, gli arquatani sono quasi tutti a San Benedetto del Tronto, dove un assessore comunale di Arquata, Piergiorgio De Marco, ha avuto un amaro sfogo sulle pagine di un quotidiano locale.

L'uomo, che dice di essere consapevole del fatto che le sue affermazioni gli provocheranno guai, afferma che se non fosse stato per la solidarietà dei privati, e per i pochi soldi rimasti nelle casse comunali, ad Arquata dal 24 agosto ad oggi non sarebbe cambiato nulla. Barcamenarsi tra i vari adempimenti burocratici, aggiunge, è quasi impossibile, se non fosse per la buona volontà di qualche funzionario regionale più solerte degli altri.

Oggi inizia la rimozione delle macerie su Corso Umberto I ad Amatrice

Solo oggi, 25 novembre, mentre il Presidente della Repubblica esclude dal suo tour di visite Amatrice per via del maltempo, inizia la rimozione delle maceria da Corso Umberto I. Sono passati tre mesi. Il sindaco Pirozzi continua a ribadire una realtà semplice, ma fondamentale: le lungaggini burocratiche, per chi ha subito il terremoto, sono inaccettabili. Solo pochi giorni di ritardo possono fare la differenza tra la vita e la morte, non fisica, ma morale e psicologica.