Severino Antinori, il ginecologo più popolare in Italia, oggi, è arrivato in tribunale per la prima udienza del processo a suo carico e nel quale è stato accusato di reati molto gravi, come: rapina, sequestro di persona, lesioni personali aggravate, falso materiale ed ideologico ed estorsione. Accuse, dunque, molto pesanti, che hanno preso il via dalla denuncia di un'infermiera originaria di Malaga, che ha accusato il ginecologo di averle sottratto gli ovuli, senza il suo consenso, per poi rivenderli.

Severino Antinori: le accuse

Tutto è cominciato nel maggio scorso, quando una ragazza spagnola ha sporto denuncia contro Severino Antinori, che, secondo la sua versione, l'avrebbe attirata nella sua clinica milanese con la promessa di essere assunta come infermiera, per poi rubarle tre ovuli.

Secondo la testimonianza, la giovane sarebbe stata sedata per essere sottoposta ad un intervento per un problema che le era stato riscontrato ma, invece, a sua insaputa ha subito l'espianto degli ovuli. Inoltre, le sarebbe stato sottratto il cellulare per evitare che comunicasse con l'esterno. La giovane, però, risvegliatasi dall'anestesia, è riuscita a telefonare alle Forze dell'Ordine, che hanno sequestrato tutto ed arrestato il ginecologo.

Severino Antinori: il processo

Il pioniere della fecondazione assistita, così, è stato posto agli arresti domiciliari e, oggi, a distanza di sei mesi c'è stata la prima udienza del processo a suo carico. Nel frattempo Severino Antinori è stato accusato anche di aver preteso 28 mila euro da una coppia che si era rivolta a lui per avere un figlio.

Oggi, in tribunale, il ginecologo non ha risparmiato parole di fuoco contro chi lo ha accusato e contro chi lo processa, perchè: "Qui si processa la libertà della scienza. Io porto avanti le battaglie di Marco Pannella", ha detto. Ma non è finita qua perchè Antinori ha detto esplicitamente che i poteri forti lo vogliono avvelenare e, così, ha mostrato ai giornalisti il tatuaggio che ha sul petto: una cartella clinica stampata sulla pelle con tutti i suoi dati medici "nel caso succeda i medici potranno salvarmi", ha spiegato.

Per quanto riguarda l'udienza, infine, il Tribunale ha accolto delle richieste dei pm e, per questo motivo, ha ritenuto necessario rinviare il dibattimento al 14 dicembre e fissare le udienze fino a luglio, affinchè le difese possano presentare nuove richieste di prove.