Nel 2012, il celebre oncologo Umberto Veronesi (spentosi a 91 anni), dichiarò che molti lo apprezzavano in quanto era un uomo di successo. Tuttavia, il medico affermava che ciò non era affatto vero. Egli ammetteva di aver fatto qualcosa e di aver aiutato, nei suoi limiti, molti pazienti, tuttavia, il medico lamentava di non essere riuscito a vincere completamente la sua battaglia contro il cancro. Veronesi fece infine una profezia piena di speranza e di ottimismo, ossia che un giorno l'umanità avrebbe sconfitto una volta per tutte questa terribile malattia, aggiungendo però che probabilmente sarebbe morto prima di vedere questo suo sogno realizzarsi.

Umberto Veronesi: la scheggia nel cuore

Come apprendiamo dall'ultimo numero della nota rivista settimanale Grand Hotel, l'oncologo Umberto Veronesi avrebbe vissuto gran parte della sua vita, con una scheggia conficcata nel cuore. Essa era il "ricordo" di una mina nazista. Prima di morire, l'oncologo aveva più volte raccontato questa sua disavventura. All'epoca aveva 18 anni e stava cercando di sfuggire ai fascisti. Mentre correva, urtò senza accorgersene una mina inespolosa. Veronesi disse che dovette subire ben otto interventi per poter togliere le varie schegge entrate nel suo corpo. Alla fine l'operazione riuscì solo a metà, in quanto una non potè essere asportata, poichè si trovava in una posizione delicata: tra la vena cava e l'aorta.

Una vita dedicata alla lotta contro il cancro

Come sappiamo, il noto oncologo Umberto Veronesi, si è sempre dichiarato ateo. Probabilmente, nel corso della sua lunga vita aveva assistito a fin troppa sofferenza per poter credere ad un'Entità superiore foriera di Provvidenza. Egli stesso affermava che dopo Auschwitz, il cancro era un'altra conferma della non esistenza di Dio.

Tuttavia, la religiosità morale di quest'uomo fu indubbia. La sua vita fu dedicata alla lotta di questo tremendo male. Una volta dichiarò: "Quando ho cominciato io, il cancro era visto come una malattia temibile, senza soluzione. Ho dedicato la mia vita a questa lotta, tutti i giorni, anche il sabato e la domenica. Ho scritto 12 trattati, ho fatto 800 pubblicazioni, ho quatto lauree Honoris causa.

Il mio è stato un impegno senza quiete". Il celebre chirurgo ha curato oltre 30000 donne, con la quadrantectomia. Tale tecnica, ideata dallo stesso Veronesi, permette di intervenire sul tumore al seno, senza asportarlo in maniera completa. Per aggiornamenti su altre notizie di cronaca, cliccate Segui.