Il nome "affitta un ebreo", è certamente provocatorio e mirato ad attrarre l'attenzione su un tema molto importante, quello dell'antisemitismo, in un paese come la Germania che ospita una comunità ebraica di 200.000 persone, in crescita costante.
Avvicinare le comunità per sconfiggere il pregiudizio
Rent-a-Jew si propone di avvicinare la comunità ebraica a coloro che non hanno mai avuto la possibilità di entrare in contatto con essa e che, quindi, ne ignorano tradizioni e costumi. L'ignoranza riguardo le culture diverse è troppo spesso matrice di pregiudizi che si radicano a fondo nella popolazione e questo progetto porta avanti, attraverso l'organizzazione di seminari all'interno degli istituti scolastici tedeschi, e in sede privata, un'opera di sensibilizzazione e socializzazione.
Tra gli oltre cinquanta membri dell'organizzazione, spicca la figura della moscovita Mascha Schmerling, immigrata dall'Unione Sovietica con la madre nel 1992 e facente parte dei contingent refugees che, ad oggi, costituiscono l'80% della comunità ebraica tedesca, che conta circa 200,000 membri. Mascha ha dichiarato di voler intervenire sul pregiudizio che aleggia sulla figura degli Ebrei, fortemente condizionato dall'Olocausto e dalle sue conseguenze, contribuendo a diffondere un'idea di ebraismo nuova e "colorata", che racconti in maniera più completa tutti gli aspetti di questa cultura.
Antisemitismo in crescita: un'organizzazione del genere è necessaria
Il Dipartimento che si occupa di monitorare l'antisemitismo e le sue dimostrazioni, che ha sede a Berlino, ha recentemente comunicato l'aumento di casi di attacchi ai danni degli esponenti della comunità ebraica, un aumento che arriva al 34% in più rispetto al 2015 e che ha generato casi di risonanza internazionale.
Un altro esponente dell'organizzazione ha raccontato la propria esperienza personale, dicendo che in alcune zone si sente più sicuro rinunciando all'uso della Kippah, il copricapo tradizionale ebraico, per paura di essere aggredito come già gli è accaduto. Molti studenti si sono dimostrati entusiasti dell'iniziativa, ed hanno raccontato che questo è stato per loro il primo vero contatto con una comunità che, fino ad ora, era da loro conosciuta con superficialità e attraverso una visione stereotipata.