E' di alcuni giorni fa la notizia della cattura ad Aleppo est di 14 ufficiali di diverse nazionalità appartenenti alla coalizione internazionale guidata dagli USA. L'operazione è stata compiuta dalle forze speciali siriane che grazie a precise informazioni hanno scovare il bunker sotterraneo riuscendo a catturare vivi tutti coloro si trovavano al suo interno. Il bunker veniva usato da alti funzionari militari come quartiere generale e centro operativo della coalizione in questa regione, inoltre da questo bunker veniva fornito supporto a membri dei servizi segreti di svariati paesi per le operazioni di intelligence.

La notizia è stata resa pubblica il 15 dicembre da Fares Shehabi, parlamentare siriano e capo della camera di commercio di Aleppo, che attraverso la sua pagina Facebook ha rivelato i nomi dei militari e la loro nazionalità.

Il ruolo ambiguo di molti paesi

Ecco i nomi dei militari arrestati: Mutaz Kanoğlu – Turco, David Scott Winer – USA, David Shlomo Aram – Israele, Muhamad Tamimi – Qatar, Muhamad Ahmad Assabian – Saudita, Abd-el-Menham Fahd al Harij – Saudita, Islam Salam Ezzahran Al Hajlan – Saudita, Ahmed Ben Naoufel Al Darij – Saudita, Muhamad Hassan Al Sabihi – Saudita, Hamad Fahad Al Dousri – Saudita, Amjad Qassem Al Tiraoui – Giordano, Qassem Saad Al Shamry – Saudita, Ayman Qassem Al Thahalbi – Saudita, Mohamed Ech-Chafihi El Idrissi – Marocchino.

In seguito alla pubblicazione dei nomi dei generali arrestati sono stati in molti a chiedere chiarimenti e di certo qualcuno dovrà dare parecchie spiegazioni. In un momento nel quale dopo 4 anni di feroci battaglie la città di Aleppo è stata finalmente liberata e potrà, forse, godere della tanto agognata pace; i risultati di quest'operazione però gettano numerose ombre sul coinvolgimento più che ambiguo di alcune nazioni in questa guerra.

Prima di tutto si dovrà dare una spiegazione sul perchè un quartiere generale della coalizione sia stato installato nel cuore di Aleppo est, una zona controllata da ribelli di certo non moderati e da mesi posta sotto assedio dall'esercito siriano. Inoltre dai nomi degli arrestati emerge una forte presenza di agenti sauditi, la cui nazione ha sempre svolto un ruolo piuttosto ambiguo nella lotta al terrorismo, così come emerge la presenza di agenti del Qatar, paese accusato più volte di essere tra i principali finanziatori dello Stato Islamico. Di certo sconvolge ancor di più l'arresto di un agente americano e di un'altro israeliano.

Cosa ci facevano questi agenti, i cui paesi si propugnano come infaticabili difensori della libertà e artefici di una continua lotta contro il terrorismo, in una zona controllata da terroristi? Qual'era la loro missione: debellare i terroristi o fornirgli assistenza? E soprattutto come mai questa notizia è stata accolta con un silenzio assordante da tutti i media?