Jacqueline Sauvage, 68 anni, è libera. La donna non dovrà più scontare la condanna a 10 anni di reclusione stabilita dal tribunale francese di Melun. Vittima della violenza inflittale dal marito, Jacqueline ha dovuto sopportare per 47 lunghi anni le percosse dell'uomo, le botte, gli insulti e gli stupri continui a danno delle tre figlie. Norbert Marot, questo il nome del marito della donna, abusava ripetutamente delle figlie della coppia e, come se non bastasse, recava violenza continua a Jacqueline che, la sera del 10 settembre 2012, non ce l'ha più fatta: ha imbracciato il fucile dell'uomo e ha sparato tre volte, colpendolo a morte.

L'omicidio

Imbottita di sonniferi, la notte del settembre 2012 Jacqueline, svegliata a suon di urla e schiaffi dell'uomo a danno delle figlie, ha commesso l'omicidio e, subito dopo, ha chiamato il figlio Pascal per comunicargli l'accaduto. Il giovane, però, non ha risposto alla telefonata e la donna, solamente una volta ricevuta la condanna, ha potuto scoprire che il figlio era morto suicida: impiccato, forse a causa del licenziamento da parte del padre nell'azienda di famiglia. Stabilita quindi la condanna a 10 anni di reclusione, Jacqueline divenne, in Francia, un simbolo della violenza sulle donne e ricevette, il 31 gennaio 2016, una prima Grazia da parte del Presidente della Repubblica francese Francois Hollande.

Gli appelli

La grazia accordatele da Hollande, permetteva quindi a Jacqueline di tentare l'appello per la libertà condizionale. Sia il Tribunale di Melun che la Corte d'Appello di Parigi, però, avevano rifiutato la richiesta della colpevole, nonostante avessero il via libera da parte della Procura. «Fa ancora fatica ad accedere a un reale e autentico sentimento di colpa», avevano sentenziato i giudici.

La vicenda innescò quindi una mobilitazione di massa in favore della donna. Eva Darlan, presidente per il Comitato di liberazione di Jacqueline, organizzò il 10 dicembre una giornata di mobilitazione e, il quotidiano Libération, a fine dicembre dell'anno scorso aprì, in prima pagina, con un appello al Presidente Hollande per la liberazione della donna.

Queste mobilitazioni sono oggi servite: «Ho deciso di accordare a Jacqueline Sauvage una grazia per la parte restante della sua condanna. Questo mette fine immediatamente alla sua detenzione», ha scritto Francois Hollande su Twitter.