E' enorme la preoccupazione per la paventata proposta del governo di dimezzare il numero di studenti stranieri ammessi negli istituti scolastici del Regno Unito.

Il ministro: tagliamo della metà il numero degli studenti stranieri

Ancora una volta la proposta shock arriva dalla conservatrice Amber Rudd, ministro degli Affari Interni. Ha dichiarato alla conferenza del Partito Conservatore di voler ridurre il numero di studenti internazionali da 300,000 unità a 170,000. Come ottenere questo? Semplicemente introducendo regole più ristrettive per il rilascio dei visti.

L'intento del ministro è quello di ridurre sensibilmente il numero degli studenti che partecipano a "corsi universitari di bassa qualità". Viene spontaneo chiedersi come venga determinata la qualità di un corso e se davvero esistono questi corsi di infima qualità, perché sono presenti in un sistema universitario che si proclama l'eccellenza europea?

La lettera al governo dalle università

In una lettera aperta all'Evening Standard firmata da istituti di lustro come l'UCL, il King's College e la London School of Economics, dichiarano di nutrire "enorme preoccupazione" riguardo a questa proposta, inserita nel quadro di riduzione globale dei numeri dell'immigrazione. Nella lettera viene chiesto al ministro di smetterla di trattare gli studenti come "bersaglio facile", quando invece gli sforzi dovrebbero essere indirizzati a far sentire gli studenti degli altri Paesi come i benvenuti.

Le altre università firmatarie della lettera: City University, Univeristy of Est London, University of Westminster, Royal College of Art, University of West London, Berwin Leighton Paisner.

Studenti internazionali e il loro contributo all'economia

Gli studenti stranieri sono importanti anche da un punto di vista prettamente economico.

Lo dicono chiaramente le cifre dichiarate da Mark Hilton del business group London First: più di 10,7 miliardi di sterline all'anno, di cui 2,3 nella sola Londra. Sempre Hilton: "Il governo non dovrebbe nemmeno considerare l'opzione di dimezzare il numero degli studenti provenienti dal resto del mondo. Risulterebbe autolesivo per il Regno Unito e potrebbe danneggiare a lungo termine la nostra immagine internazionale."