Che le stazioni siano state ultimamente teatro di delinquenza e luoghi a rischio per la sicurezza personale, non è più una novità, ma ultimamente c’è un fenomeno ben più grave che riguarda la linea ferroviaria, vale a dire il semplice salire su un treno, che spaventa e fa riflettere.

E le campagne di incoraggiamento a preferire i mezzi di trasporto pubblico al posto delle eccessive autovetture private in circolazione, ignorano completamente quello che un passeggero deve affrontare quando si trova, magari in orari serali, dentro ad un vagone dove vige l’anarchia.

La linea del terrore Cremona Mantova

In particolare c’è una linea ferroviaria, la Cremona Mantova, per la quale le segnalazioni dei viaggiatori si sprecano.

I racconti arrivano dagli studenti, che utilizzano il treno per rientrare dopo una giornata di scuola, e parlano di un clima di assoluta paura.

Dopo le ore 17 i vagoni sono frequentati da gang di ragazzi extracomunitari, per lo più privi di biglietto, che prendono di mira giovani studenti e studentesse, forti dell’appartenenza al branco.

Dispetti, mancanza di riguardo verso le strutture che imbrattano di cibo e cartacce, minacce a chi osa redarguire quei comportamenti anche solo con lo sguardo, porte divelte, vetri dei finestrini rotti per divertimento fino ad arrivare ad episodi più seri.

E poco importa se nel gruppo degli studenti spaventati vi sia anche un adulto, il branco vince facendosi forza sulla paura generale.

Una donna accoltellata

L’ultimo grave episodio si è verificato poche settimane fa, sulla famigerata Cremona Mantova, quando una donna è stata accoltellata all’addome e al collo, salvandosi solo grazie all’urgente trasporto in ospedale.

E se è successo una volta, può ripetersi ancora.

Non esiste controllo, neppure dopo le continue segnalazioni e il grave fatto occorso, e quel che è peggio, dicono i normali frequentatori della linea ferroviaria, è che ad un certo punto il treno si ferma tra due stazioni intermedie in attesa del treno con cui condivide il binario, le luci si spengono e si rimane in balìa di quelle gang che, del treno, hanno fatto la loro base.

Gli stessi controllori, spesso soli e talvolta donne, che si trovano a dividere quello stesso clima di terrore, avrebbero ottenuto dalle autorità interpellate laconiche risposte e l’invito a non reagire per non turbare le gang giovanili.

E così, insieme alla paura e all’impotenza, anche la beffa.