Maria Ladenburger aveva solo 19 anni quando il suo corpo è stato trovato senza vita nelle fredde acque del fiume Dreisam, a Friburgo, la città dove la giovane viveva e studiava; violentata e uccisa dopo aver partecipato ad una festa di universitari, Maria avrebbe trovato l’orrore proprio in chi l’orrore l’aveva lasciato alle spalle.

La giovane ragazza prestava servizio come volontaria in un centro di accoglienza per migranti, un luogo dove gli inquirenti pensano possa aver conosciuto il profugo afghano accusato di averla barbaramente violentata e uccisa.

Il profugo afghano ha solo 17 anni

Da una sciarpa nera recuperata sul luogo del misfatto, gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità di un giovane afghano di soli 17 anni, arrivato in Germania nel 2015 come profugo e, soprattutto, come minore senza genitori.

Un destino sicuramente amaro ma che avrebbe potuto essere riscattato con una vita più dignitosa nel paese dove era stato accolto.

Interrogato, il giovane avrebbe confessato di aver aggredito Maria all’uscita della festa, mentre stava tornando a casa in sella alla sua bicicletta, e di averla violentata e poi uccisa, buttando il cadavere nel fiume vicino.

Una fine inaccettabile, quella di Maria, per i genitori sconvolti.

Il padre, Clemens Ladenburger, è un alto funzionario dell’Unione Europea dal 2008, dove si occupa di assistere il dirigente dell’ala giuridica della Commissione.

Due vite interrotte

Pochi anni di diversità ma accomunati da un destino balordo, Maria e il suo carnefice, due vite spezzate in una fredda sera di novembre; non è ancora chiaro se i due si conoscessero prima di quell’unico tragico evento ma gli inquirenti stanno procedendo con le indagini.

Il processo a carico del profugo afghano dovrebbe avere inizio con il nuovo anno, un 2017 molto duro per la sua giovane vita ma di certo disperato per la famiglia di Maria che ai media avrebbe dichiarato che la figlia è stata come un raggio di sole nella loro esistenza e come tale, nonostante le brutture che ha dovuto subire, rimarrà.