La storia di Tiziana Cantone la conosciamo tutti, una relazione d’amore e di passione che dall'intesa erotica della fantasia di coppia è passata alla realtà.

Un gioco erotico allargato e filmato ripetutamente che dallo smartphone e Whatsapp è diventato virale.

Diffuso e condiviso al punto da fare bollare ed etichettare la protagonista istigandola al suicidio.

Perché è avvenuta questa barbarie dell'intimità?

Perché, lo si voglia o meno, con tutta l’industria culturale di massa che impone l’idea della donna oggetto e della sua estetizzazione, la bellezza diventa un peccato originale quando la si offre allo spettatore incapace di apprezzarla e contemplarla.

La bellezza diventa carne da macello che muove i bassi istinti del pregiudizio travestito da giudizio.

Nessuna carità cristiana nella demonizzazione del web, nessun Cristo che freni il linciaggio della Maddalena, chi non è senza peccato non si fa il problema di scagliare le parole come fossero pietre.

Un brutto caso che si ripete

Nel Cilento l'episodio si è riproposto, e probabilmente lo vedremo ripetersi ancora in luoghi e contesti differenti. Una ragazzina per amore si è scattata un selfie senza veli per il suo fidanzato che non ha apprezzato, o meglio è caduto vittima di quella ipocrisia culturale incapace di leggere l’amore nell'offrirsi.

Fidanzato che ha colto una spregiudicatezza che ad una ragazza non è consentita avere, ed allora l’immagine ha viaggiato prima tra i suoi amici e poi in tutto il paese.

Il padre della ragazzina è arrivato a mezzo stampa a invocare lo stop della gogna mediatica.

La polizia postale di questo paesino in provincia di Salerno ha denunciato l’episodio come un nuovo caso Cantone.

Bisogna insegnare a fare riflettere su come il sesso sia un fatto privato ed il suo esercizio e la sua scoperta non necessitino di uno smartphone, in questo secolo dove si nasce servi di modelli d’immagini imposte in un attimo ci si ritrova la propria immagine erroneamente letta di rimando, difficile sintetizzare la complessità dell’amore in una immagine privata quando dall’altro lato del desktop questa non è realmente condivisa ma non aspetta altro che essere invisa.