Sparatoria nella notte a Sesto San Giovanni. Intorno alle 3 di notte un uomo a piedi è stato fermato da una Volante della polizia in piazza Primo Maggio, di fronte alla stazione e al capolinea della M1, per un ordinario controllo. Alla richiesta di mostrare i documenti l’uomo avrebbe estratto una pistola, sparando verso i poliziotti e ferendone uno alla spalla. Gli altri agenti hanno risposto al fuoco, uccidendo l’uomo.
L’individuo è stato poi identificato dalle impronte digitali e la’misura’ del volto. È Anis Amri, attentatore di Berlino, giunto in Italia in meno di 3 giorni.
Le poche incertezze sulla sua identità le ha tolte il ministro degli Interni Marco MInnitti, dicendo che “senza alcun dubbio” l’uomo ucciso è lo stesso alla guida del tir che la sera dello scorso 19 dicembre ha travolto e ucciso 12 persone nella capitale tedesca. Affermazioni avvalorate dagli esperti dell’antiterrorismo della digos di Milano.
"La cosa può portare anche a sviluppi futuri" aggiunge il ministro. E non potrebbe essere altrimenti. Perché l’uccisione di Amri, per quanto possa essere una insperata buona notizia, desta preoccupazione e suscita altre domande: perché Anis è giunto a Milano? Aveva un nascondiglio? Ha creato una rete nell’hinterland milanese? Ciò che è noto è che Amir in treno dalla Francia è giunto a Sesto, dove appena uscito dalla stazione ha incontrato la polizia.
Appena fermato ha urlato “Allah Akbar” e poi ha sparato. L’agente ferito si chiama Cristian Movio, ed è stato ricoverato a Monza. Le sue condizioni non sono gravi.
Il comune alle porte di Milano ha vissuto una nottata movimentata, e si prepara a un Natale altrettanto turbolento. Le autorità tedesche già giorni fa avevano portato alla luce i contatti che Amri avrebbe mantenuto con il reclutatore dell'Isis in Italia, e l'arrivo del tunisino a Sesto non può che creare scandalo.
Dalla piccola alla grande realtà. Perchè oltre a preoccupare nell'importante ma relativamente piccolo comune di Sesto San Giovanni, la facilità con cui Amri è riuscito a spostarsi in europa lascia perplessi sulle modalità di controllo per gli spostamenti tra uno stato e l'altro. Il tema delle frontiere è già caldo, e promette di far discutere in questi giorni conclusivi del 2016. Per ora non si può che tirare un sospiro di sollievo.