Sono stati arrestati, all'alba del 19 dicembre, dai militari del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani, i titolari di alcuni impianti di distribuzione gasolio, con le accuse di associazione a delinquere e contrabbando di oli minerali. Le persone finite nel mirino degli inquirenti avrebbero falsificato le attività di denaturazione per pagare meno tasse.

Sono stati disposti gli arresti domiciliari per Nunzio Santi Villari, titolare e vicepresidente di "Pinta Zottolo Spa" di Mazara del Vallo; Vincenzo Messana, titolare della "Messana Saverio Srl" di Alcamo; Giuseppe Lo Presti, amministratore di fatto della ditta "Luigi Tarantino"; e i catanesi Alessandro Tirendi, titolare della "Tiroil Srl", ed Eugenio Barbarino, amministratore di fatto della "Petrol Service".

Inoltre la Guardia di Finanza ha provveduto al sequestro di impianti, attrezzature e autocisterne delle società "Pinta Zottolo" e "Messana Saverio", per un valore complessivo di oltre quaranta milioni di euro.

Il blitz è scattato dopo una lunga indagine condotta dalle Fiamme Gialle, in collaborazione con i funzionari dell'Agenzia delle Dogane di Trapani. Secondo gli inquirenti, la "Pinta Zottolo" avrebbe simulato la denaturazione di enormi quantità di gasolio per aggirare la legge italiana. Grazie a questo stratagemma, infatti, la società avrebbe evaso le imposte. Per il gasolio denaturato è prevista un'aliquota fortemente scontata rispetto a quello destinato all'autotrazione.

Ricorrendo a quest'attività illecita, l'organizzazione ha contrabbandato, in soli due anni, circa quaranta milioni di litri di gasolio.

Inoltre le aziende avrebbero emesso falsi documenti di trasporto e false fatture di vendita nei confronti di clienti compiacenti, se non addirittura completamente ignari di essere destinatari del commercio illecito di gasolio.

I militari della Guardia di Finanza, nel corso delle indagini hanno piazzato delle telecamere all'interno della sede della "Pinta Zottolo", riscontrando come in questa ditta non sia mai avvenuta alcuna attività di denaturazione del gasolio.

Con l'arresto dei 5 presunti responsabili dell'illecito, l'inchiesta non si è conclusa: si dovranno verificare le posizioni di oltre cento persone coinvolte nelle indagini a vario titolo, e con diversi profili di responsabilità. C'è il rischio, dunque, che l'indagine possa allargarsi a macchia d'olio, coinvolgendo anche altri soggetti e diverse aziende.