Era stata aperta nel 2014 l'inchiesta-bis sul caso cucchi, ed è terminata oggi con un'accusa nei confronti di 3 carabinieri. Il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il pm Giovanni Musarò hanno concluso la lunga indagine, accusando di omicidio preterintenzionale 3 carabinieri, Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco. Nella vicenda non sono coinvolti solo i 3 militari, ma anche il maresciallo Roberto Mandolini (allora comandante della stazione Appia, dove venne portato Stefano) e i carabinieri Vincenzo Nicolardi e Francesco Tedesco, tutti e 3 accusati di calunnia, mentre per gli ultimi due si aggiunge anche il reato di falso verbale di arresto.

Una morte senza responsabili

Sono trascorsi 8 anni da quando, nell'ottobre del 2009, Stefano Cucchi fu pestato all'interno della caserma Casilina a Roma. Fermato dal carabinieri dopo essere stato avvistato mentre cedeva ad un uomo una bustina trasparente in cambio di una banconota, fu portato in caserma dove, durante la perquisizione, furono rinvenute dosi di hashish e cocaina. Dopo la decisione del giudice di mettere il ragazzo in custodia cautelare, iniziò il dramma che noi tutti conosciamo.

Stefano cominciò a non camminare più bene, mostrando segni evidenti di maltrattamenti: ematomi agli occhi, lesioni ed ecchimosi alle gambe, al viso (con una grave frattura alla mascella), all'addome (con un'evidente emorragia alla vescica) e al torace (con due fratture alla colonna vertebrale).

Trasportato in ospedale, Stefano Cucchi è morto il 22 ottobre 2009.

Dopo la sua drammatica scomparsa, la famiglia di Stefano si è mobilitata contro tutti coloro che ne hanno causato il decesso: specialmente la sorella, Ilaria Cucchi, nel corso di questi anni ha mostrato delle fotografie (che hanno fatto il giro del mondo) scattate in obitorio.

Queste ultime, mostravano chiaramente le condizioni di eccessiva magrezza e di maltrattamento e violenza che il fratello aveva subito.

Dopo la sentenza di primo grado e quella in Appello, in cui gli imputati furono assolti, è arrivata anche una pronuncia della Cassazione, quindi la riapertura dell'inchiesta-bis, conclusasi oggi con le accuse rivolte a 3 carabinieri, ritenuti responsabili di omicidio preterintenzionale.