Prendete due gemelli, manco a dirlo identici pure nella professione, l'astronauta. Solo che uno, Scott Kelly è andato in orbita, mentre l'altro, Mark, è restato giù sulla Terra. Ora l'esperimento studio fatto sui fratelli Kelly ha dato i primi risultati mostrando come si cambi viaggiando, o meglio viaggiando nello spazio profondo in assenza di gravità e che genere di cambiamento si produca: più che emotivo, fisico, addirittura genetico.
I risultati di questo mutamento studiati dal genetista Christopher Mason della Cornell University di New York, pubblicati sulla rivista scientifica Nature, sono stati appena resi noti nel corso di un convegno sul Programma di Ricerche umane della Nasa che si è svolto in Texas e c'è da meravigliarsi.
Missione gemelli spaziali, è cambiato il DNA
Formidabili 'cavie' per la scienza, i due gemelli perché monozigoti, nati cioè da una singola cellula d'uovo fecondata e quindi identici, e perché tutti e due astronauti. Mark che tra i due è rimasto a terra, ha partecipato a quattro missioni, la prima volta nel 2001, ed è stato anche comandante dello Space Shuttle. Scott, invece, è andato in orbita, e ha battuto il record di permanenza nello spazio, avendo passato 340 giorni sulla stazione spaziale internazionale dove per due mesi ha anche incrociato la nostra Samantha Cristoforetti. Scott è rientrato il 2 marzo 2016, ma al ritorno non era più lo stesso: il suo Dna era cambiato.
Intento della missione era proprio verificare cosa succeda a un organismo che abbia una lunga permanenza nello spazio.
Prima e dopo la partenza Mark e Scotti sono stati sottoposti ad analisi. Per un anno, dal 2015 al 2016, i parametri vitali di Scott e il suo materiale genetico sono stati confrontati con quelli del fratello rimasto a terra.
Ora è emerso che il Dna di Scott non è più identico a quello del fratello. Cambiamenti riconducibili non solo alle condizioni di stress che riguardano tutti coloro che subiscono modifiche nel sonno o nell'alimentazione.
Perché nel caso di Scott sono molto più amplificati e potrebbero essere stati causati dal dormire in assenza di gravità e mangiare cibo liofilizzato. La sfida sarà capire quali cambiamenti siano stati provocati dall'anno trascorso in orbita e quali da variazioni naturali.
Vita in orbita, cielo mi si sono allungati i 'telomeri'!
Ma l'aspetto più sorprendente è questo: che la permanenza in orbita di Scott ha fatto 'allungare' i suoi telomeri che sono strutture collocate alle estremità dei cromosomi, associate alla longevità. Insomma gli effetti dello spazio sul corpo pare siano positivi assai più di quelli di una spa o di una clinica della bellezza.
Scott è tornato 'ringiovanito' e più alto di 5 centimetri perché in assenza di gravità si allunga la colonna vertebrale. Certo si è trattato di effetti temporanei, svaniti al ritorno sulla Terra visto che i suoi cromosomi sono tornati come prima. Ma questi non sono che i primissimi dati che fanno prevedere prossime sorprendenti rivelazioni: "così freschi che alcuni di essi sono appena usciti dalle macchine per il sequenziamento", ha detto il genetista Mason.
Una volta che i risultati della ricerca saranno completi, potranno essere di grande utilità in vista di missioni spaziali di lunga durata come quella che la Nasa sta organizzando su Marte per il 2020.