Il premier Paolo gentiloni è stato ricoverato per un intervento chirurgico al cuore. L'operazione è stata eseguita successivamente al rientro del presidente del Consiglio da Parigi, dove aveva incontrato Francois Hollande. Secondo le ultime informazioni, Gentiloni sarebbe stato sottoposto a un intervento di angioplastica al Policlinico 'Gemelli' di Roma. I medici hanno eseguito un ottimo intervento ed ora il premier sta bene e può tornare ai suoi impegni. Dopo aver incontrato il presidente francese, Gentiloni avrebbe accusato un malore. I medici hanno ritenuto necessario sottoporlo a un intervento di angioplastica.

Hollande e Gentiloni schierati contro l'austerity

Il premier Gentiloni aveva incontrato Hollande, in Francia, prima di essere operato al cuore. Nulla di grave, tanto è vero che il presidente del Consiglio è già vigile e in forma. Sia Hollande che il nuovo inquilino di Palazzo Chigi hanno sottolineato, durante il vertice all'Eliseo, di volersi schierare contro le politiche di austerity. Il premier italiano, a margine dell'incontro parigino, ha rimarcato che non bisogna essere soggetti a rigide regole di bilancio ma occorre, in primis, pensare a 'lavoro, crescita e sviluppo'. Il presidente francese condivide l'opinione di Gentiloni e afferma che mai come ora Francia e Italia collaborano in ogni ambito.

Hollande ha detto che la Francia appoggerà certamente l'Italia durante la presidenza del G7. Insomma, sembra che il Belpaese abbia un grande alleato nel percorso delle riforme orientate a migliorare l'Ue.

Immigrazione e Isis: questioni importanti

Gentiloni e Hollande non hanno potuto non affrontare 2 argomenti attuali e delicati come l'immigrazione e l'Isis.

Il presidente del Consiglio italiano ha asserito, riferendosi al tema della gestione dei profughi, che tutti i Paesi devono fare la propria parte: 'Il peso della gestione migratoria deve essere condiviso e non può gravare solo su alcuni'. Per Gentiloni il 2017 sarà probabilmente l'anno della sconfitta dello Stato Islamico. Il trionfo militare, tuttavia, non basterà se non ci sarà anche una 'vittoria culturale'.