Il governo di Paolo Gentiloni sembra avere le ore contate. Matteo Renzi dunque non ha alcuna intenzione di lasciare le redini del Partito Democratico e pianifica il suo ritorno a Palazzo Chigi, con le dichiarazioni del presidente P.D. Matteo Orfini che hanno quasi il sapore di una sentenza. Secondo Orfini infatti la legislatura è politicamente terminata il 4 dicembre, e quanto prima è necessario recarsi al voto. Orfini ha persino dato il suo parere su quando potrebbero svolgersi le Elezioni. Secondo il rappresentante dei democratici, questo potrebbe avvenire a giugno, ma a seconda dell’iter intrapreso per la legge elettorale, si augura che questo possa accadere anche prima.
La visione del Pd
Renzi e la direzione del Partito democratico, per bocca di Orfini, stanno praticamente andando contro gli auspici del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che invece vuole allontanare quanto più possibile il voto anticipato, auspicando una legge elettorale sicura che possa garantire governabilità al paese. Una situazione decisamente lontana dallo stato attuale delle cose dove la legge elettorale varata dal governo Renzi è al vaglio della Corte Costituzionale, mentre i partiti politici dalla Lega al Movimento 5 Stelle passando per Fratelli d’ Italia si sbizzarriscono con ipotesi per andare al voto subito passando dal Mattarellum all’Italicum (dopo l’intervento della consulta) per arrivare a un misto tra le due leggi per differenziare Camera e Senato visto il diverso sistema già presente attualmente.
Contrari gli azzurri ed NCD
Forza Italia e Nuovo Centro Destra per una volta si trovano d’accordo. Secondo gli esponenti dei due partiti le elezioni a breve sarebbero sicuramente da evitare. Fabrizio Cicchitto prima delle elezioni vede necessaria la creazione di una legge elettorale condivisa da tutto il parlamento che uniformi le due camere proprio come si augura il presidente Mattarella. Gli fa eco Renato Brunetta con parole però più dirette e bollando addirittura come patetico l’intervento di Orfini che riceve però sostegno dal suo partito.