A distanza di oltre un secolo il Titanic fa ancora parlare di sè. La giornalista inglese Senan Molony in un documentario recentemente trasmesso dall'emittente britannica Channel 4 sostiene che la causa dell'affondamento non sia il noto impatto con un iceberg, bensì un incendio all'interno dello scafo. Ed i proprietari dell'imponente nave ne sarebbero stati a conoscenza. Lo scrittore italiano Claudio Bossi invece, in un libro uscito prima di questo Natale sostiene che si sia trattato di un vero e proprio complotto.
La teoria della giornalista inglese
La Molony sostiene che all'interno della nave fosse divampato un incendio, vicino ai locali delle caldaie, mentre era ormeggiata all'interno del porto di Belfast dove la colossale imbarcazione fu costruita. I tentativi di domare le fiamme furono vani e l'incendio andò avanti per alcuni giorni, indebolendo la struttura dell'imbarcazione, che quando urtò contro l'iceberg non resistette. Ne risultò il rovinoso squarcio, che provocò l'inabissamento dell' "inaffondabile" titanic, dove persero la vita 1.518 persone.
La teoria del complotto
Del Titanic si è occupato anche lo scrittore Claudio Bossi, che in un nuovo libro uscito prima dello scorso Natale ipotizza che si sia trattato di un complotto.
Secondo Bossi il Titanic sarebbe stato costruito con la precisa intenzione di affondarlo, con tanto di operazione di salvataggio più grande della storia. Secondo l'autore dietro all'inabissamento dello scafo ci potrebbe essere un complotto di banchieri per favorire la nascita della Federal Reserve o una frode assicurativa.
Bossi nel suo libro evidenzia come dopo quasi 105 anni alcuni documenti sul naufragio siano ancora secretati, e ipotizza il coinvolgimento del governo britannico nell'affondamento, nel quale persero la vita John Jacob Astor, Benjamin Guggenheim e Isidor Straus, tre influenti banchieri che si opponevano alla nascita della Federal Reserve, la banca centrale americana.
Una teoria da anni caldeggiata anche da numerosi blog "complottisti". A sostegno delle ipotesi il libro evidenzia come numerose personalità rinunciarono ad effettuare la traversata inaugurale, perché sarebbero stati consapevoli che il Titanic sarebbe stato affondato.