Sono più di 430 milioni gli utenti iscritti alla rete professionale più grande al mondo: di questi, 5 milioni di utenti residenti in #Russia hanno visto negli ultimi giorni il proprio account completamente bloccato. Dopo aver oscurato LinkedIn a novembre, in questo nuovo anno la Russia delibera il definitivo bando della piattaforma social dal proprio paese.
Le motivazioni
La Russia aveva chiesto l'oscuramento di #LinkedIn dopo aver avviato un' indagine in tutto il paese sulle aziende estere che trattano i dati personali dei cittadini russi. Infatti la nuova legge sulla privacy emanata nel 2015 vieta di detenere fisicamente i dati dei cittadini oltre i confini dello stato.
Questo significa che le aziende estere dovrebbero costruire o affittare dei server direttamente in Russia e far confluire in essi i dati relativi ai cittadini. Va da sé che una impresa di tale portata, se non impossibile, è quantomeno difficile anche per aziende della portata di Microsoft che ha acquistato LinkedIn nello scorso anno per poco più di 26 miliardi di dollari. Il New York Times afferma che anche Facebook e Twitter al momento non rispettano la legge russa, mentre pare che Google e Apple si siano adeguate. E proprio a questi due ultimi colossi si è rivolto il governo russo per la sospensione dell'app. Google non ha rilasciato alcuna conferma, mentre Apple ha dichiarato di aver ricevuto la richiesta da oltre un mese.
Le tensioni aumentano
Il momento in cui arriva questa notizia non è dei migliori, non solo perché è l'ennesimo attacco alla libertà di espressione, ma anche per i rapporti già tesi fra Usa e Russia: è ormai risaputa l'accusa rivolta alla Russia di aver manomesso le elezioni presidenziali.
"La libertà su internet è sempre più sotto attacco", ha dichiarato Robert McDowell ex membro della Federal Communications Commission.
Rebecca MacKinnon, fautrice di un progetto per la libertà di espressione su internet ha commentato: "L'oscuramento delle app sono una nuova stretta alla libertà di espressione", riferendosi anche alla recente richiesta del governo di Pechino di rimuovere l'app del New York Times dal paese.
Intanto i vertici di LinkedIn hanno richiesto un incontro con le autorità russe per risolvere la questione e consentire nuovamente alle aziende e gli utenti in Russia di accedere ai servizi che potrebbero contribuire ad accrescere il loro business.