'Roberta Ragusa è stata uccisa, e la sentenza di primo grado ha riconosciuto colpevole Antonio Logli, quindi perché non è in carcere?' Questa la domanda che si pone Maria Ragusa, la cugina di Roberta intervistata da alcuni giornalisti, a proposito della sentenza che ha visto condannato il marito come unico responsabile per la sua scomparsa. Al quale però non si sono aperte ancora le porte del carcere. La sua rabbia non è contro la giustizia in sé, della quale ha il massimo rispetto, ma perché dopo anni di dolore per la scomparsa di Roberta Ragusa e quando finalmente la legge si è espressa sul caso, un nuovo dolore colpisce i parenti.

Maria Ragusa dice che per loro sapere Antonio Logli libero, seppur con l'obbligo di dimora e privo della possibilità di lasciare il paese dove abita, è un'altra sconfitta.

La cugina di Roberta Ragusa e il ricorso della difesa

La difesa di Antonio Logli, condannato per aver fatto sparire la moglie Roberta Ragusa, ha fatto ricorso contro la sentenza che prevede per il suo cliente l'obbligo di dimora. 'E’ assurdo che ora Logli chieda addirittura che venga revocato l’obbligo di dimora' chiosa Maria Ragusa. 'Antonio Logli è stato riconosciuto colpevole anche se solo in primo grado, e alla difesa non è sufficiente che abbia evitato il carcere?'. Non ci sta la cugina di Roberta Ragusa, che comunque esprime non solo il suo dissapore, ma anche quello dell'intera famiglia di Roberta.

Presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio

Bisogna fare chiarezza sulla situazione: pensare che un uomo condannato per omicidio non sia in carcere, ma abbia solo l'obbligo di dimora, può suonare come una nota stonata. In Italia però ogni caso è a sé, e tiene conto di moltissime varie ed eventuali. Un elemento però che è chiaro e indiscutibile per il nostro sistema delle leggi, è il fatto che vi è la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio.

Per cui nonostante al momento la famiglia di Roberta Ragusa non sia in accordo con la sentenza, dovrà attendere ancora del tempo prima che per l'assassino si spalanchino eventualmente le porte del carcere.