Crisi o non crisi, bancarotta o meno, l'Acropoli non si cede né si presta per fare sfilate di moda. Anche di fronte a un'offerta di due milioni di euro da elargire in 5 anni. La Grecia, sebbene travolta da una crisi economica che l'ha messa in ginocchio, strozzata dai debiti con l'Unione europea, dice no a gucci che voleva fare una sfilata di moda di un quarto d'ora sul momunento di Atene, patriomonio mondiale dell'umanità.

Sfilata al Partenone, la reazione greca all'offerta di Gucci

La Maison Gucci aveva chiesto alle autorità greche di poter fare un defilée di 15 minuti a giugno: in cambio aveva offerto un contributo di due milioni di euro per i lavori di restauro dell'antica cittadella o di finanziare un analogo progetto proposto dal ministero della Cultura greco.

L'idea era di installare una passerella tra il Partenone e l'Eretteo con un parterre 'ristretto' di 300 ospiti.

Lydia Koniordou, ministro della Cultura greca, ha girato la richiesta al Kas, il consiglio archeologico centrale della Grecia che ha bocciato la domanda: "Il valore e il carattere dell'Acropoli è incompatibile con un evento di questo tipo". Nella motivazione si legge anche: "Noi siamo sempre aperti al mecenatismo, ma la difficile situazione economica del momento, non può essere un argomento per cedere il monumento".

Povera sì, con una crisi che ha strappato il 25% del pil a un'economia stremata, la Grecia lo è, ma dignitosa e non disposta a svendere la sua sacra roccia: "Non abbiamo bisogno di pubblicità - ha detto Dimitris Pantermalis, direttore del museo archeologico che ospita i resti del tempio - Il simbolismo del monumento sarebbe svilito usandolo solo come sfondo per una sfilata di moda".

Nessuno sfruttamento commerciale sarà dunque consentito. Il marchio fiorentino Gucci aveva lanciato questa proposta ricordando che nel 1951 il tempio aveva fatto da scenografia a una sfilata di Christian Dior. Oggi accettare una proposta del genere come ha scritto il quotidiano on line Ekathimerini, sarebbe solo "un'umiliazione": "Il Partenone fa parte del patrimonio culturale mondiale, non solo perché è bello, ma cosa più importante, perché è il vibrante simbolo della democrazia".

La stampa greca ha riferito anche che il marchio avrebbe offerto altri milioni per realizzare un video da divulgare su scala planetaria.

Gucci, la risposta della società

La società, a cose fatte ridimensiona la notizia. In una nota informa di avere avuto contatti con autorità elleniche "per esplorare la possibilità di un progetto di collaborazione culturale a lungo termine.

Il nostro marchio non è nuovo a iniziative di questo genere: negli ultimi anni abbiamo collaborato con istituzioni quali palazzo Strozzi a Firenze, Minsheng Museum a Shanghai, Chatsworth House in Inghilterra e Lacma a Los Angeles. Le speculazioni pubblicate relative a presunti impegni, o offerte economiche diretti o indiretti, sono destituite di ogni fondamento".

La 'moda' di usare i momunenti come luoghi prescelti per le sfilate ha preso piede: l'estate scorsa Fendi ne organizzò una a Roma a Fontana di Trevi restaurata con i suoi finanziamenti e Gucci ai chiistri dell'abbazia di Westminster. Per i greci si tratterà pure di alta moda, ma la proposta è 'volgare' e impresentabile.