I provvedimenti di Donald Trump che bandiscono gli immigrati e i rifugiati di sette paesi islamici provocano la reazione delle imprese Usa. I grandi colossi delle industrie americane alzano gli scudi in difesa degli immigrati.

Starbucks contro Trump

La prima che scende in campo in favore dei migranti é Starbucks, il cui fondatore Howard Schultz, annuncia di voler assumere 10.000 rifugiati in tutto il mondo, in risposta al decreto anti-immigrazione. Il manager, della catena di distribuzione di caffetterie nel mondo dichiara: "non resteremo a guardare, non rimarremo in silenzio.

Ci sono più di 65 milioni di cittadini del mondo riconosciuti come rifugiati dalle Nazioni Unite". Schultz, interviene anche sulla questione del muro che il presidente Trump, vuole costruire al confine con il Messico, paese dove Starbucks conta 600 caffetterie, affermando che bisogna "costruire ponti, non muri col Messico". E in favore dei dipendenti immigrati, Schultz, ha garantito, tutto l'aiuto possibile per permettere loro di sciogliersi da un momento complicato.

Le Corporation Americane si schierano

Anche altre corporation americane avanzano in favore degli immigrati. Google, ad esempio, crea un fondo da devolvere a delle società che daranno aiuti ai migranti e ai rifugiati; mentre la Airbnb, che si occupa di affitti per le vacanze, metterà a disposizione gratuitamente alloggi in favore degli intrappolanti nel bando.

Anche la grande marca di abbigliamento sportivo, di casa Mark Parker, la Nike, scende in campo contro il decreto, sostenendo di credere in un mondo dove tutti possono celebrare la diversità, e la loro politica aziendale è contro ogni forma di discriminazione. Expedia analogamente alle altre corporation prende posizione contro il bando, il cui portavoce Khosrowshahi, di origini iraniane, ha dichiarato che farà di tutto per proteggere i dipendenti e i viaggiatori.

Ultima in ordine di tempo è stata Amazon, che per bocca del Ceo e fondatore Jeff Bezos ha fatto sapere di essere pronta a sostenere le iniziative legali contro il discusso decreto del presidente Usa.

I dipendenti e le imprese a disagio

Il bando anti-immigrazione di Donald Trump che vieta l'ingresso alle persone provenienti da sette Paesi mussulmani (Iraq, Iran, Yemen, Libia, Sudan, Somalia e Siria) ha suscitato disapprovazione nelle industrie americane, perché provocherebbe un forte disagio a quelle imprese che vantano molti dipendenti immigranti, i quali con l'entrata in vigore del bando, saranno costretti ad abbandonare il paese, e le aziende rimarranno a corto di personale lavorativo. I dipendenti e le imprese lotteranno contro Trump, al fine di far valere i loro diritti civili.