I carichi di droga arrivavano in Sardegna direttamente dalla Spagna. Oltre mille chili di droga tra hashish, marijuana, eroina e cocaina purissima che avrebbero dovuto rifornire gran parte del mercato sardo (con base operativa ad Orgosolo) e di tutta la penisola. In manette – con la pesante accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti – sono finite ben cinque persone: Antonio Boi, 47 anni, di Siurgus Donigala, con diversi precedenti penali alle spalle e considerato dagli inquirenti come uno dei gestori del traffico nell’isola. Auguste Fabian August Oltra, nato in Francia sessant’anni fa ma residente a Malaga: l’uomo è considerato dagli investigatori a capo dell’organizzazione che gestiva il traffico della droga.
Vincenza Rosito, 55 anni, di Benevento. Maurizio Locatelli, di anni 44 nato a Monza e per finire Francesco Stupo, 53 anni, pluripregiudicato per reati simili.
Le accuse formulate dalla Procura – grazie anche al lavoro effettuato dai carabinieri – sono pesanti: i cinque arrestati avrebbero gestito un traffico internazionale di sostanze stupefacenti avendo come base di smistamento la Sardegna, in particolare i paesi di Siurgus Donigala e Orgosolo, dove venivano smistate immense e innumerevoli partite di hashish, marijuana, cocaina ed eroina per un valore che – secondo gli investigatori – avrebbe superato svariati milioni di euro per un peso complessivo di oltre mille chili.
Anni di indagini certosine
Come in realtà siano andate le cose l’ha spiegato durante una conferenza stampa tenuta negli uffici di Polizia, il questore, Massimo Colucci, che ha fatto capire come le indagini siano partite quasi per caso circa 6 anni fa. “Tutto è nato nel 2011 quando i nostri investigatori – ricorda il questore – stavano indagando su chi gestisse la piazza dello spaccio della droga nel paese di Orgosolo”.
Ed è proprio da queste indagini che sarebbe nata poi l’operazione: “Le carte sono transitate dalla Procura di Nuoro alla Dda di Cagliari – sottolinea il responsabile della Polizia – perché ci si era resi conto che le persone oggetto di indagine fossero solo l’ultimo terminale di una più vasta organizzazione".
"Dei pesci piccoli insomma – conclude – che poi hanno svelato cosa e chi ci fosse dietro tutta l’organizzazione criminale molto più vasta”.
In parole povere tutta la droga veniva fatta arrivare a Milano dalla Spagna e – dopo essere stata smistata in diversi capannoni di Pavia – la maggior parte della sostanza stupefacente veniva poi trasferita in Sardegna, per essere poi gestita dalla “manovalanza” locale.