Come un motore a pieno regime la Sardegna continua a crescere nello studio e nella sperimentazione, apparendo sempre più spesso agli onori della cronaca, conquistando nel tempo primati d’eccezione. Questa volta l’interesse è incentrato sulla speleologia, grazie ad un nuovo studio portato avanti in collaborazione con l’ateneo di Cagliari.

Quante energie

Negli ultimi anni, grazie soprattutto all’isola e alla sue splendide grotte, l’interesse verso escursioni organizzate o indipendenti e in generale verso il mondo della speleologia è in netto aumento.

Tanti i gruppi organizzati che si inoltrano negli anfratti per scoprire cavità sotterranee di indescrivibile bellezza, cariche di “magia”, che si incontrano anche solo per hobby. Ma quanto costa in termini fisiologici e in dispendio energetico è una bella domanda: nessuno poteva dare risposte certe, dati reali e misurati.

La sfida

La Sardegna, lo sa bene l’Università degli Studi di Cagliari, si sta ben abituando a primeggiare. E un altro primo posto mondiale arriva per merito di alcuni ricercatori dell’ateneo: l’idea è stata quella di applicare un metabolimetro al braccio degli speleologi esterni, coinvolgendo nel progetto circa quaranta sardi impegnati nell’esplorazione. Dopo circa dieci ore di intensa attività si è potuto quindi ottenere per la prima volta una misurazione esatta dei vari parametri analizzati nello studio in corso d’opera.

Nomi e cognomi

Non é stato quindi un caso apparire nell’onorevole e prestigiosa rivista internazionale Plus One per i ricercatori impegnati in questo primato. Elisabetta Marini e Nicoletta Curreli il tocco femminile, mentre Andrea Rinaldi, Stefano Cabras e Antonio Crisafulli gli uomini che chiudono questo team di ricercatori sardi.

Ma non basta: tra le collaborazioni esterne spicca il nome di Valerio Tuveri, membro del Corpo di Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna. Impagabile il loro lavoro, che nasconde molto più di quel che sembra: questo, infatti, apre diversi scenari utili alle diverse decine di migliaia di appassionati delle grotte.

Informazioni salvavita

Non si scherza in questi argomenti: tanti gli incidenti avvenuti negli ultimi anni, spesso dovuti a cause come lo sfinimento. Questo caso é uno dei più difficili da affrontare per le squadre di soccorso, oltre che essere uno dei motivi più frequenti nei loro interventi. Avere informazioni e dati misurati riguardo la fisiologia di esercizio all’interno di una grotta diventa determinante: sulla base di questi si possono costruire programmi di training personalizzati, carpire informazioni nutrizionali per correggere i valori con diete bilanciate, portare ad uno stato ottimale il fisico per prevenire incidenti dovuti ad un elevato dispendio energetico. Lo studio è stato eseguito a Su Palu, una nota grotta del Supramonte, in territorio di Urzulei (Ogliastra).