L'organizzazione Transparency International, che da sempre è in prima linea nella lotta alla corruzione e al conflitto di interessi, chiede maggiori controlli sulle attività e soprattutto sui compensi percepiti dai dirigenti dell'Unione Europea durante e dopo il loro mandato. In molti casi, infatti, è emerso che alcuni ex dirigenti che ricoprivano incarichi di spicco nelle autorità comunitarie, durante e in modo particolare dopo la fine del loro incarico hanno trovato impiego in alcune società di lobby e che questo creava un grande conflitto di interesse perché la loro attività di lobby entrava in contrasto con il loro incarico presso i palazzi di Bruxelles.

Le accuse di Transparency International

Il portavoce di Transparency International Daniel Freund ha dichiarato in una conferenza stampa: "Il problema delle istituzioni europee è che molti dirigenti lavorano ad esempio come consulenti, avvocati o liberi professionisti e che non si conoscono i potenziali conflitti di interesse che potrebbero sorgere tra le loro attività svolte al di fuori delle istituzioni comunitarie e le loro funzioni di legislatori".

Transpancy International chiede maggiore chiarezza su tutte le attività svolte dai dirigenti comunitari e sui compensi da loro percepiti in modo da assicurare a tutti i cittadini europei una legislazione davvero a vantaggio di tutti e non di pochi gruppi e accusa Bruxelles di non avere fatto abbastanza per combattere e prevenire la corruzione.

Il richiamo delle lobby

Sono tanti i dirigenti comunitari che alla fine del loro mandato hanno trovato molto facilmente un nuovo incarico presso società di lobby e gruppi di pressione su vari temi e alcuni di loro sono in seguito hanno anche creato a loro volta altre società impegnate nel lobbismo. Anche l'ex presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso dopo il termine del suo incarico ha ricoperto vari incarichi di lobby in alcune società di Bruxelles che si occupano di orientare a loro vantaggio l'attività dei legislatori comunitari.

Il caso Neelie Kroes

Il caso più eclatante di corruzione e conflitto di interesse è quello di Neelie Kroes, anche lei ex membro della Commissione Europea, che durante e dopo il suo mandato gestiva alcune società offshore nel paradiso fiscale delle Bahamas allo scopo di occultare alle autorità fiscali del suo Paese ingenti guadagni generati proprio mentre ricopriva l'importante incarico di Commissario per la tutela della concorrenza.

Il portavoce della Commissione Europea ha dichiarato: “La signora Kroes ha ricevuto un rimprovero da parte del collegio per aver omesso di dichiarare alcune entrate mentre stava ricevendo un’indennità transitoria, che in un secondo momento ha ripagato pienamente".