Il neopresidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha intenzione avviare una missione spaziale per portare, entro il 2020, astronauti americani sulla luna. Un passo che dovrebbe fare da trampolino di lancio per sbarcare su Marte nel 2030 e proseguire nell’esplorazione dello spazio.

Si tratta di un’indiscrezione per cui non c’è ancora una conferma ufficiale ma, considerando tutte le dichiarazioni precedenti di Trump e dei suoi più stretti collaboratori, il rumor risulta quasi una certezza, tanto più che il progetto sembra essere improntato molto poco alla ricerca scientifica e tantissimo allo sfruttamento di un’opportunità di business senza precedenti: la privatizzazione dei viaggi nello spazio.

Secondo gli esperti, un affare da un trilione di dollari, vale a dire un miliardo di miliardi di dollari.

I documenti rivelano che il team costituito dal tycoon è stato incaricato di rilanciare il programma spaziale e portare gli astronauti sulla Luna entro tre anni. Una corsa che dovrà permettere agli Stati Uniti di rivendicare un ruolo di primo piano in questo affare che, in ogni caso, non potrà essere appannaggio esclusivo di uno Stato.

Un affare per miliardari

Infatti, un trattato internazionale, a cui hanno aderito tutti i paesi del mondo, esclude la possibilità di appropriarsi in maniera esclusiva delle risorse dello spazio. Ma nonostante questo, c’è già chi si frega le mani. Sono i miliardari americani delle industrie tecnologiche che hanno investito una fortuna su questa scommessa, da cui, però, potrebbero trarre enormi vantaggi.

Questi super paperoni sono convinti della possibilità di estrarre enormi ricchezze minerarie dalla Luna. Non oro, perché sembra che ve ne sia molto poco. Ma dovrebbe esserci abbondanza di minerali del gruppo del platino e di “terre rare”, sempre più importanti nell’hi-tech dei telefonini ma, sulla Terra, proprietà di pochi paesi.

Tuttavia, prima ancora che questa estrazione diventi realtà, c’è già un ostacolo al potenziale arricchimento degli investitori. Come ha spiegato un esperto di “diritto spaziale”, il professor Said Mosteshar, al The Sun Online, in base al già citato trattato, gli altri stati membri potrebbero impedire l’esclusiva sulle estrazioni.

Per Trump, il riscaldamento climatico è una bufala

Comunque, questi futuri eventuali intoppi non hanno scoraggiato le cinque compagnie minerarie che, entro il 2017, invieranno dei robot sulla Luna per effettuare i sondaggi preliminari.

Tra queste compagnie la Luna Express del miliardario Naveen Jain, co-fondatore ed ex dipendente della Microsoft. Anche lui, spera di trovare elio-3, oro, platino, terre rare in superfice, e persino acqua.

La meno entusiasta di questo piano di potenziamento delle esplorazioni lunari e spaziali in genere, stranamente, sembra essere la Nasa. Infatti, Trump per realizzare i suoi progetti ha tagliato i fondi che Barack Obama aveva destinato all’agenzia spaziale, per la ricerca sul clima.

L’amministratore scientifico della Nasa, Thomas Zurbonken, ha contestato la scelta ritenendo la ricerca sul clima di vitale importanza per la sopravvivenza dell’umanità. Ma Trump ha liquidato la vicenda in maniera molto discutibile, sostenendo che il riscaldamento climatico della Terra sia una bufala inventata dai cinesi per battere gli Stati Uniti nella crescita economica.