Il “caso Tiziana Cantone” è stato un caso di Cronaca Nera per il quale si è discusso per diverso tempo. La giovane ragazza 31enne, originaria di Mugnano (Napoli), nello scorso settembre si tolse la vita a causa della diffusione in rete di filmati a luci rosse che la riguardavano. Esplosa la notizia la ragazza fu immediatamente travolta dai commenti e dagli insulti, al punto da rinchiudersi in casa senza avere più il coraggio di farsi vedere in giro. Presa dalla disperazione provò a porre rimedio all'accaduto denunciando il fatto e chiedendo la rimozione dei suoi filmati a tutte le società a cui erano pervenuti e che, di conseguenza, li avevano pubblicati.
Il giudice accolse la richiesta ma chiese, comunque, alla donna il pagamento di ingenti somme di denaro per spese legali pari a circa 20.000 euro.
Colta dalla disperazione più totale la ragazza decise di porre fine alle sue sofferenze è si suicidò.
Risvolti sul caso Tiziana Cantone: parla la madre
Da pochissimo si è, però, diffusa una notizia molto importante per il corso delle indagini. Il suo smartphone è stato decriptato e sbloccato. A questo punto gli inquirenti hanno libero accesso al suo telefono è sarà possibile, si spera, pervenire a tutta la verità prendendo in considerazione quello che era il punto di vista della vittima.
In questa occasione ha deciso di intervenire anche la madre di Tiziana che, fino ad ora, era sempre rimasta molto in disparte.
La donna ha commentato dicendo che è molto rincuorata da questa importante novità ma che, comunque, è ancora troppo presto per poter parlare.
Svolta nelle indagini. Ci sono i presupposti per l’accusa di calunnia?
La principale svolta nel caso Cantone riguarda l’accusa di calunnia nei confronti dell’ex fidanzato Sergio Di Palo, infatti, con il materiale emerso dall'iPhone di Tiziana, la Procura di Napoli potrebbe essere in possesso delle prove decisive per formalizzare il capo d’accusa.
Di Palo è stato accusato dalla madre della vittima di essere colui che ha spinto la figlia a girare filmati a luci rosse anche con altri uomini.
Ancora non ci sono risvolti, invece, per quanto riguarda l’altro filone, ovvero quello che fa capo all'accusa di istigazione al suicidio, reato un po’ più difficile da dimostrare.
Le indagini sono, tuttavia, ancora in corso, gli inquirenti stanno scrupolosamente analizzando i dati emersi dal cellulare della vittima, dai messaggi all'ex Sergio, ad altri suoi amici, accusati di aver diffuso i video, fino ad arrivare ad alcuni messaggi, scambiati qualche giorno prima del compimento del gesto efferato, ad un altro suo ex fidanzato, dai quali emergeva la volontà della donna di porre fine alle sue sofferenze. Messaggi che per rispetto e decoro non possono essere citati.
Le indagini proseguono, a breve riceveremo altri aggiornamenti