Sarà una cerimonia per ricordarlo e non un funerale. Per i familiari, gli amici e quanti abbiano partecipato alla dolorosissima vicenda di Fabiano Antoniani che, rimasto cieco e tetraplegico dopo un grave incidente automobilistico avuto nel 2014, la scorsa settimana ha scelto il suicidio assistito in Svizzera, sarà possibile ritrovarsi per stare in raccoglimento e, per chi lo voglia, pregare.

A darne comunicazione ufficiale è stata Valeria Imbrogno, la fidanzata di Fabiano, sulla sua pagina Facebook; e il suo annuncio è stato poi ripreso dal radicale Marco Cappato che ha accompagnato dj Fabo nella clinica svizzera dove è 'tornato libero': "Chi voglia dare l'ultimo saluto a dj Fabo potrà farlo venerdì prossimo alle 19 nella parrocchia di Sant'Ildefonso, piazzale Damiano Chiesa 7, Milano".

Apertura della Curia: cerimonia in chiesa

Non sarà un funerale, ma una cerimonia per permettere a familiari, amici e a chi voglia esprimere vicinanza e solidarietà, di ricordare Fabiano nella parrocchia della sua infanzia e dei momenti felici, come chiesto dalla mamma. A Sant'Idelfonso, Fabiano era stato battezzato, aveva fatto comunione e cresima, era cresciuto giocando all'oratorio. Il 'suffragio' a una settimana della morte di Fabiano sarà celebrato dal parroco don Antonio Suighi, amico della famiglia e della mamma che aveva chiesto un momento di raccoglimento e preghiera.

"Don Antonio ha ascoltato la mamma che gli ha parlato di questo suo desiderio di un momento di preghiera - spiega don Davide Milani, portavoce della curia di MIlano - il parroco ci ha interpellati e abbiamo acconsentito al desiderio della mamma; è stato deciso di accordare questo momento che sarà il modo per partecipare al dolore della mamma e di tutti coloro che hanno voluto bene a Fabiano".

Anche se non ci sarà un funerale né una messa, che comunque non sarebbero stati nelle corde di Fabiano che ha scelto di essere cremato e le sue ceneri sarebbero già state portate in India dove come dj ha vissuto e lavorato molti anni, la disponibilità della Curia a permettere un rito in chiesa, è stata salutata come un importante segnale di apertura.

Rito in chiesa per dj Fabo, a Welby fu negato: la soddisfazione dei radicali

Non sarà un funerale, anche se il parroco sarebbe stato anche disponibile a celebrarlo, ma le porte della parrocchia di Sant'Ildefonso saranno aperte a tutti per ricordare Fabiano Antoniani: una svolta rivoluzionaria per qualcuno; un passaggio decisivo a lungo atteso, per i radicali.

"Dieci anni fa il Vaticano chiuse le porte in faccia a Welby. Per Fabo le porte della chiesa saranno aperte", ha scritto Marco Cappato sulla sua pagina Facebook. Cappato che, dopo aver accompagnato Fabiano Antoniani nella clinica svizzera dove ha scelto di andare a morire, si è autodenunciato e deve rispondere di aiuto al suicidio.

A Fabo, diventato simbolo della lotta per il fine vita e il diritto all'autodeterminazione, la Chiesa ha finalmente aperto le porte. Mina Welby, vedova di Piergiorgio a cui dieci anni fa furono negati i funerali religiosi, copresidente dell'associazione Luca Coscioni che si batte per i diritti civili e l'eutanasia legale, accoglie questo gesto con gratitudine e speranza:

"A mio marito Piergiorgio fu negato il funerale religioso; aveva chiesto l'eutanasia e anche se lui riuscì a ottenere l'interruzione delle terapie, nel pieno rispetto del diritto e della Costituzione, io non riuscii a ricevere la comprensione della Chiesa alla quale avevo chiesto la cerimonia religiosa.

Oggi invece molti illustri rappresentanti della Chiesa hanno espresso la propria compassione e comprensione per il dolore di Fabo e a nome dell'associazione Luca Coscioni, non posso che porgere un sincero e profondo ringraziamento per questa apertura che porta con sé un valore di grande umanità e progresso". Per Mina Welby è stata determinante anche la figura di papa Francesco che è riuscito a portare una rinnovata sensibilità verso la comprensione di posizioni non canoniche.