Etan Patz era un bambino di 6 anni che, la mattina del 25 Maggio 1979, scomparse nel nulla nella città di New York. Aveva in tasca un dollaro che gli avevano dato i genitori per comprarsi una bevanda da gustarsi durante il tragitto; era la prima volta che il bambino andava a scuola da solo, doveva attraversare solo due isolati.

Quel giorno i genitori di Etan, Stanley e Julie Patz, attesero invano che loro figlio tornasse da scuola all’appartamento dove vivevano nel quartiere di SoHo. Fu la prima volta che a New York, la foto di un bambino scomparso veniva stampata sui cartoni del latte.

Il padre di Etan era un fotografo professionista e fece di tutto per distribuire il più possibile l’immagine del figlio scomparso, nella speranza che qualcuno lo avesse visto.

Le ricerche del bambino sono andate avanti per tanti anni, ma nessuna pista seguita dalla polizia sembrava essere quella giusta, nessuna chiamata di riscatto arrivò ai genitori che rimasero notte e giorno attaccati al telefono: nessuno sembrava aver visto il volto di quel bambino stampato sui cartoni del latte, sui volantini, persino proiettato a Time Square. Nel 2001 Etan fu dichiarato legalmente morto.

Stanley e Julie Patz però non si diedero per vinti e intentarono una causa civile contro un molestatore di bambini di nome Jose Ramos. Jose Ramos fu incarcerato nel 2004 per aver molestato un bambino ma non per aver rapito il piccolo Etan; infatti pur essendo l’uomo il primo sospettato, le prove a suo carico non erano abbastanza solide per incriminarlo anche per la sparizione di Etan Patz.

Sono passati ormai 38 anni da quella mattina del 25 maggio 1979 e solo adesso sembra che il mostro che ha per molto tempo tormentato i genitori del piccolo Etan abbia finalmente un volto ed un nome: Pedro Hernandez.

Pedro Hernandez lavora in un negozio che si trovava lungo la strada che Etan Patz doveva percorrere per arrivare a scuola.

Confessò di aver attirato il bambino con la scusa di offrirgli qualcosa da bere, di averlo soffocato e poi gettato nella spazzatura. Il verdetto: colpevole.

Una triste storia, ma almeno, adesso, i genitori di Etan Patz hanno saputo la verità e forse potranno trovare un po’ di pace.