Più che una lettera è stato uno sfogo, lo sfogo di una madre cha sta vivendo un dolore lancinante nell’animo, lo sfogo di una madre che ha perso il suo amato figlio a causa dell’egoismo di pochi, quei pochi che mettono dinanzi a tutto gli interessi economici a discapito della sicurezza delle persone.

Era il 17 gennaio, il giorno del compleanno di mio figlio, lui si è alzato, si è preparato con tutta calma, ha portato le valige in auto per poi rientrare in casa e salutarmi con un bacio, “mamma io vado”, sul suo volto l’espressione della spensieratezza e della felicità, nulla lasciava presagire che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto il volto di mio figlio, che sarebbe stato il suo ultimo abbraccio, quel giorno ho perso per sempre il mio adorato figlio.

Ma cerchiamo di capire cosa ha spinto la signora Maria Perilli mamma di Stefano FENIELLO a scrivere una lettera aperta per poi spedirla ad un giornale regionale abruzzese. Continua la Madre di Stefano: "è inaccettabile per una madre ferita ascoltare certe dichiarazioni da parte del Sindaco Lacchetta 'Farindola è la trentesima vittima dell’hotel rigopiano, la nostra economia è sotto zero, non possiamo fare altro che piangere'”.

"Dopo queste assurde dichiarazioni vorrei ringraziare il Sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e i suoi collaboratori per aver scortato mio figlio al Resort Rigopiano senza essersi nemmeno lontanamente posto il problema del giorno dopo, non ha nemmeno per un’istante pensato a come far evacuare le persone, lo ringrazio per non avergli consigliato di tornare indietro.

Poi i miei ringraziamenti vanno al Presidente della Provincia di Pescara per non aver predisposto un piano di pulizia delle strade, per non aver portato gli spazzaneve e le turbine nel luogo. E infine ringrazio il Prefetto di Pescara per avermi illuso per 24 ore dicendomi che mio figlio era vivo, per aver nutrito le mie speranze per poi darmi in maniere cinica quella notizia che una madre non vorrebbe e non dovrebbe mai sentirsi dire."