Femminicidio nel giorno dedicato a tutte le donne. Un delitto efferatissimo, avvenuto proprio nel giorno in cui si parla della donna, e delle terribili violenze che alcune sono costrette a subire, specialmente tra le mura della propria casa. Umiliazioni, botte, soprusi e molto altro. In una giornata della memoria come l'8 marzo, è normale che si dia risalto a qualcosa che comunque rappresenta una piaga sociale in ogni giorno dell'anno. Purtroppo non bastano molte campagne informative che circolano continuamente via web, oppure in televisione. Le campagne di sensibilizzazione non sembrano essere sufficienti, e nemmeno lavorare sull'inasprimento delle pene ha dato risultati.

Pare invece che per arrivare ad affrontare il problema si debba andare alla radice, laddove si ritiene si annidi il germe della violenza, ovvero nella crescita sbagliata che si è avuta all'interno della propria famiglia.

8 marzo: il femminicidio di Antonella Lettieri

La vittima è Antonella Lettieri, una commessa di 42 anni che lavorava in un negozio di alimentari gestito da sua sorella e dal cognato. Un'aggressione violenta e feroce, che secondo gli inquirenti era atta ad uccidere. Da come l'assassino si è accanito sulla vittima, l'intenzione era quella di ucciderla, e lo ha fatto in maniera brutale. Ciò che hanno visto gli inquirenti quando sono entrati nell'abitazione è stato agghiacciante, e subito hanno capito di fronte a cosa si trovavano, un efferato omicidio.

Due armi del delitto?

Sul corpo di Antonella Lettieri vi sono due tipi ferite, che fanno pensare a due armi diverse. Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi anche di una sola arma, che presenta però anche una lama, che sarebbe stata utilizzata per infliggere parte delle ferite riscontrate sul corpo. Antonella Lettieri non è morta subito, ma fino all'ultimo ha cercato di difendersi dalla ferocia dell'assassino e da quell'arma terribile, che fino ad oggi non è stata ritrovata.

Il femminicidio di Antonella Lettieri è un vero e proprio giallo, la donna era single e viveva in casa da sola. Chi sarà la persona che ha aggredito la donna? Si trovava in casa con lei e non ci sono segni di effrazione, quindi era una persona che conosceva bene e di cui si fidava? Sono molte le domande senza risposta, che gli inquirenti si stanno ponendo durante le indagini.

Femminicidio, problema difficile da affrontare

Secondo molti psicologi, il problema che c'è dietro alla violenza maschile nei confronti delle donne, e che spesso sfocia nel femminicidio, si cela dietro ad un'errata crescita durante l'infanzia. Le famiglie, spesso le madri nei confronti dei maschi, tendono a idealizzare i figli come adoni inattaccabili. Questo senso di forza e superiorità che si portano avanti durante la crescita, si manifesta poi nel sentirsi sempre in una botte di ferro. Quando tale sicurezza viene meno, scatta qualcosa nella mente degli uomini, che se sono troppo fragili e deboli, si trasformano diventando violenti.