Un'autodifesa nei panni di 'youtuber'. Si intitola 'L'onore del marinaio' il video di quasi 18 minuti pubblicato su Youtube che Francesco Schettino, l'ex comandante della nave Costa Concordia, già condannato in Corte d'Appello a 16 anni per il naufragio all'isola del Giglio il 13 gennaio 2012 e in attesa del definitivo pronunciamento della Corte di Cassazione, ha realizzato per dimostrare di non aver abbandonato la nave fino all'ultimo. L'udienza è fissata al prossimo 20 aprile. A bordo della costa concordia c'erano 4232 persone tra equipaggio e passeggeri.

32 morirono.

La difesa di Schettino, "Non ho abbandonato la nave"

Per i 32 morti, schettino è stato condannato dal tribunale di Grosseto a 16 anni di reclusione, mentre sia la Procura di Grosseto in primo grado, sia la Procura generale in appello, hanno chiesto una pena di 27 anni. I reati che gli sono stati contestati sono: omicidio colposo plurimo, naufragio colposo, lesioni colpose plurime, abbandono della nave, false comunicazioni.

La Procura generale ha chiesto la pena aggiuntiva per l'aggravante della colpa cosciente, specie nella fase dell'emergenza e dell'abbandono della nave, quando perirono 32 persone, tra passeggeri e personale di bordo. Mentre la difesa ha chiesto alla Cassazione di annullare la sentenza di appello per una serie di omissioni e illegittimità tra cui aver sottovalutato gli errori degli altri ufficiali e del timoniere.

In attesa del verdetto, Schettino ha scelto la difesa video in cui ricostruisce i fatti avvalendosi di prove e racconti diretti per dimostrare di aver abbandonato la nave solo all'ultimo e per cercare di disincagliare l'ultima scialuppa sulla quale si stava abbattendo la Concordia

"Quando ho capito che la nave stava per rovesciarsi, per abbattersi sull'ultima scialuppa, solo allora sono salpato, all'ultimo istante sulla scialuppa che era rimasta incastrata per salvare la vita di coloro che erano a bordo - sostiene - Sono in grado di provare ciò che dico".

La voce narrante nel documentario racconta che quando partì la penultima lancia, il comandante era ancora a bordo, ma la nave a quel punto cominciò a inclinarsi vistosamente. Fu allora che saltò sull'ultima lancia "dopo averla liberata con le mani dalle carrucole sporgenti". Nel processo ci sono state molte testimonianze che hanno confermato tale dinamica dei fatti, sostiene Schettino.

Schettino: "Sono rimasto sulla scogliera a coordinare i soccorsi"

L'ex comandante sostiene poi d'essere approdato sulla scogliera antistante la nave e lì rimasto per coordinare i soccorsi, come da indicazioni del comando generale delle capitanerie di porto di Roma e in quanto alla famosa telefonata del comandante Gregorio De Falco che gli ordinava di risalire a bordo, di non aver potuto farlo perché la biscaggina indicatagli era già sott'acqua.

"Dopo aver messo in salvo i naufraghi, nel tragitto tra la nave e la scogliera, ho raccolto altre persone dall'acqua. Dopodiché sono rimasto sulla scogliera a coordinare i soccorsi. Ho contattato la capitaneria di porto Santo Stefano per richiedere di spostare i soccorsi tra la terra e la nave sul lato destro della nave, cioè dove si era abbattuta e dove sono morte le persone.

E non sono andato a terra ma sono rimasto fermo sulla scogliera dove ho contattato l'unità di crisi della Costa Crociera".

Sositiene Schettino che non sapeva ci fossero ancora persone a bordo: "Ero sceso in emergenza mentre la nave si stava abbattendo. Non potevo sapere se vi erano ancora persone a sinistra anche perché l'evacuazione era iniziata un'ora e mezza prima. Quando il comandante De Falco mi ha chiesto di risalire a bordo, ha ignorato tutte le informazioni ricevute da me, inoltre avevo ricevuto istruzioni dai superiori a De Falco di rimanere sulla scogliera perché ero il loro riferimento visivo"

Il video si conclude con una frase di Saverio Senese, difensore di Schettino che parla "di conclusioni tecnico-scientifiche alla base delle condanne inquietanti" e di accanimento giudiziario.